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"Sesso da immigrati", ex direttore della Caritas di Trapani condannato a 9 anni

Don Sergio Librizzi

TRAPANI. L'ex direttore della Caritas di Trapani, don Sergio Librizzi, è stato condannato a 9 anni di reclusione per violenza sessuale e concussione. La sentenza è stata emessa nel pomeriggio dal gup Antonio Cavasino. Il sacerdote, arrestato nel giugno dello scorso anno dalla sezione di pg della forestale, avrebbe preteso prestazioni sessuali in cambio del riconoscimento dello status di rifugiato politico. Librizzi, infatti, era membro della commissione territoriale chiamata ad esaminare le richieste degli immigrati. Ad inchiodarlo le "cimici" collocate nella sua automobile che hanno registrato 8 casi di rapporti con i giovani immigrati.

Il gup ha dichiarato Librizzi interdetto in perpetuo dai pubblici uffici e interdetto in perpetuo da qualsiasi ufficio attinente alla tutela, alla curatela e all'amministrazione di sostegno. L'imputato è stato condannato al risarcimento dei danni, liquidati in somme che vanno dai 2mila ai 30mila euro, in favore del Comune di Trapani e dell'Associazione per gli Studi Giuridici sull'immigrazione.

La Procura poche settimane fa aveva chiesto dieci anni di carcere per don Sergio Librizzi, l'ex direttore della Caritas di Trapani, a giudizio, dinanzi al gup, per concussione e violenza sessuale pluriaggravata. Il sacerdote, arrestato nel giugno dello scorso anno, è accusato di aver chiesto e ottenuto prestazioni sessuali da immigrati che richiedevano il permesso di soggiorno. Don Librizzi, infatti, era membro della commissione territoriale per i richiedenti asilo. Il prelato è inoltre indagato in un'altra indagine che la Procura sta conducendo sulla gestione dei centri per l'immigrazione nel trapanese.

Era agosto quando Sergio Librizzi, l’ex presidente della Caritas diocesana di Trapani, sotto processo per violenza sessuale aggravata e concussione, fu giudicato capace di intendere e di volere dopo la perizia psichiatrica disposta dal giudice per le indagini preliminari. L’accertamento si è reso necessario dopo che la difesa aveva nominato un consulente di parte il quale era giunto alla conclusione che il sacerdote fosse infermo di mente e affetto dalla sindrome di “Don Giovanni”.

Diagnosi ribaltata dal consulente della Procura (che ha definito “integra” la sua capacità mentale). La perizia, oltre ad imprimere un’accelerazione al processo in corso di svolgimento dinanzi al gip (Librizzi ha scelto, come è noto, il rito abbreviato) consentirà alla Procura di chiudere, a breve gli altri filoni d’indagine: quello che coinvolge l’ex vescovo di Trapani, Francesco Miccichè, accusato da Librizzi di essersi appropriato dell’8 per mille, come pure le attività relativa all’accoglienza degli extracomunitari nel trapanese. Perché proprio l’immigrazione, stando alle indagini, è stato il vero business del prelato”.

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