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L'appello dei pescatori di Mazara: «Pattugliate le acque antistanti la Libia»

MAZARA DEL VALLO. La marineria di Mazara ha paura. La vicenda del peschereccio "Airone" l'ha ferita anche se ha avuto un lieto fine. "Ormai è inutile affermare se quelle sono acque internazionali, i libici, pirati o militari, non guardano più le miglia marine che, secondo loro, sono ben 74 dalla costa o se si tratta di acque internazionali, ma guardano se c'è in giro qualche peschereccio per sequestrarlo. La pesca - afferma Calogero Gancitano - pescatore che ne ha visto tutti i colori - più che un lavoro è diventata una sfida. Così non si può andare avanti".

Giovanni Tumbiolo, presidente del Distretto produttivo della pesca, alla luce di quanto accaduto in acque internazionali antistanti la Libia afferma che "è quanto mai opportuno attivare stabilmente un pattugliamento nelle zone a 20-30 miglia nord di Misurata ed a 25-40 miglia nord di Bengasi". Tumbiolo parla a nome del Coordinamento Filiera Ittica Mazara, costituito da confederazioni ed associazioni pesca e dai sindacati, dopo avere ricevuto, nello scorso mese, rassicurazioni dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e dal Ministro degli Affari Esteri, Paolo Gentiloni, circa l'impegno dello Stato a protezione dei pescatori siciliani.

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