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Imu sui terreni agricoli, sindaci in rivolta nella Valle del Belice

Domani la protesta si sposta a Roma, Catania: ribadiremo al ministro le difficoltà in cui versa il territorio, aggredito nell’unica industria produttiva

PARTANNA. «No all’Imu sui terreni agricoli». Si è levato alto il coro di protesta dei comuni della Valle del Belice. I ventuno sindaci martedì prossimo saranno a Roma dal ministro Lupi per ribadire la loro contrarietà ad un provvedimento che rischia di affossare gli agricoltori. Ieri mattina, a Partanna, presso le Scuderie del Castello del Grifeo, si è tenuta una manifestazione — indetta dal sindaco di Partanna Nicola Catania, coordinatore dei sindaci del Belice — contro la normativa che introduce l’Imu, anche se nelle ultime ore si è fatta largo l’ipotesi di un rinvio al 2015.

Alla manifestazione hanno partecipato cittadini, titolari di attività produttive, organizzazioni sindacali del settore agricolo e gruppi politici per discutere sul provvedimento che graverà ulteriormente sui bilanci comunali e su tutte le aziende agricole della Valle del Belice. Sei milioni e mezzo di tagli alle esenzioni che ora dovrà colmarsi con l'Imu. Una tassa che va nella direzione opposta alle promesse fatte dal governo nel territorio belicino il 20 gennaio scorso, in occasione dell'anniversario del terremoto della Valle del Belice. Il Comune di Partanna subirà un taglio di ulteriori 447.890,19 euro, il comune di Salemi di 744.666,25 euro, il comune di Poggioreale di 143.952,62 euro e così tanti altri comuni. Il coordinatore dei ventuno sindaci, Catania, ha voluto ribadire «le enormi difficoltà in cui versa il territorio belicino aggredito nell'unica "industria" di base produttiva, che permette, ancora a tanti, di vivere, l'agricoltura».

 

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