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Il Consiglio: nelle Egadi la Tasi non si pagherà

Da Valderice invito ai sindaci di consegnare le chiavi delle città al prefetto in segno di protesta per un sistema di tagli e di risanamento basato su «tecniche ragionieristiche»

FAVIGNANA. La «mosca bianca» è il Comune di Favignana dove il Consiglio ha approvato la delibera predisposta dall’amministrazione, con la quale si azzera la Tasi (il tributo per i servizi). L’atto è stato votato all’unanimità della maggioranza mentre l’opposizione s'è astenuta. Soddisfatto il sindaco Giuseppe Pagoto perché è stata condivisa «una scelta che consente di non gravare i residenti, soprattutto chi possiede una sola casa o vive in affitto, di ulteriori tasse». Il vicesindaco ed assessore alla Finanze Enzo Bevilacqua assicura «un’accurata gestione delle spese e del bilancio, cercando di non compromettere l’erogazione dei servizi indivisibili che dovevano essere coperti dalla Tasi, ossia la pubblica illuminazione, la manutenzione delle strade ed altri che troveranno copertura nel bilancio di previsione». Nella stessa seduta convocata con carattere d’urgenza dal presidente Ignazio Galuppo, il Consiglio di Favignana ha anche approvato il regolamento Iuc (imposta unica comunale). L’aumento della tassazione locale sarebbe stata, per il sindaco di Valderice Mino Spezia, una sorta di «bere o affogare». In una lettera aperta ai cittadini spiega che, per i tagli «senza pietà» decisi a Roma («poco importa se è un Governo amico»), il Comune di Valderice «dovrà fare a meno di circa 755 mila euro» e che in ordine alla Tari (la tassa sui rifiuti, che aumenterà e sarà determinata non più sulla sola superficie dell'immobile, ma anche sulla base di altri parametri) è stata tuttavia definita una serie di agevolazioni e di premialità mentre per la Tarsu, non è più possibile scorporare il costo dello spazzamento e che bisogna coprire anche i costi amministrativi per la gestione del tributo. La proposta dell’aliquota del 2,5 per mille per la Tasi, inoltre, sarebbe stata necessaria «per far quadrare i conti». Spezia conclude, comunque, con l’impegno di lavorare «per ridurre il carico tributario sui cittadini» ma anche con l’invito ai sindaci del territorio di consegnare le chiavi delle città al prefetto in segno di protesta per un sistema di tagli e di risanamento basato su «tecniche ragionieristiche» che non tengono conto che le persone «non possono essere considerate soltanto un numero o una statistica». Al consiglio comunale di Erice, in ordine all’approvazione della nuova Tasi (dopo 9 ore di dibattito avvenuta all'unanimità), i rappresentanti del Psi, partito avverso del sindaco Giacomo Tranchida, rivendicano di avere avuto un ruolo importante per la riduzione del tributo che è passato dall'iniziale 2 per mille all'1,8 per mille (aumentando di molto le detrazioni per famiglie, disoccupati e pensionati) sulla base di un emendamento concordato con la maggioranza. Da Enzo Caico ad Alberto Mazzeo a Luigi Nacci, che ha ritirato un suo emendamento volto a ridurre la Tasi all'1 per mille, affermano di avere raccolto l'appello all'unità del sindaco per «senso di responsabilità». Nacci, infine, ricorda che sono stati ridotti al 30% gli acconti della Tari con scadenza al 16 ottobre e 16 dicembre «grazie a due emendamenti presentati rispettivamente dalla II Commissione e dal sottoscritto, anche se quest'ultimo ricalcava la proposta della stessa Commissione».

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