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Trapani, sfiducia a Damiano: non ci sono i numeri

Il consigliere e deputato afferma che «è impossibile raccogliere le dodici firme necessarie per presentare l’atto»

TRAPANI. Non è una resa. Ma soltanto una presa d’atto che «non ci sono le condizioni, per l’attaccamento alla poltrona di tanti consiglieri comunali» per portare avanti la proposta di sfiduciare il sindaco Vito Damiano. È la puntualizzazione del deputato regionale Mimmo Fazio, capogruppo, in Consiglio comunale, di Uniti per il Futuro. «Ribadisco quanto pubblicamente spiegato e dichiarato a suo tempo - afferma Fazio - e cioè che si trattava di un documento di sfiducia che poneva in rilievo solo questioni di natura amministrativa e non politica, basato sulla constatazione che la città sta andando a rotoli perché l’amministrazione comunale è assolutamente assente e incapace di affrontare le emergenze. Avevo anche ammesso le mie colpe, che non rinnego, dichiarandomi anzi corresponsabile nella scelta (non lo cita, ma ovviamente, si riferisce a Damiano, ndc) ma mi ero detto, e a più riprese, disponibile a discutere ed accettare integrazioni e modifiche. Invece ho dovuto prendere atto che manca una reale volontà di cambiamento e mi stupisce una difesa dell’amministrazione messa in campo da chi, in campagna elettorale, non l’ha sostenuta. Non intendo pregare nessuno e neanche farmi tirare per la giacca - prosegue Fazio - ma mi corre l’obbligo di denunciare pericolosi e preoccupanti segnali dello sfascio della macchina amministrativa del Comune. Sta andando via una classe dirigente che poteva continuare a dare garanzie». L'onorevole Mimmo Fazio fa «la Cassandra»: «Non ci saranno, quindi, neanche le risorse umane oltre a quelle economiche e lascia perplessi, obiettivamente, che molti consiglieri comunali sembrano affabulati dal sindaco, tanto quanto o forse più di quei pochi che lo hanno sempre sostenuto. Sicché è materialmente impossibile raccogliere le dodici firme necessarie per la presentazione dell'atto di sfiducia».
Fazio non manca, quindi, di puntare l’indice contro i gruppi di opposizione e soprattutto nei confronti dell Partito Democratico, promotore di un'altra mozione di sfiducia inizialmente in maniera autonoma, poi assieme al Psi, ma senza arrivare, in questo caso, alla predisposizione di un documento finale.
«La mozione proposta dal mio gruppo - il deputato regionale torna sul concetto - avrebbe potuto essere integrata, riveduta e modificata. Si è preferito, evidentemente, fare altre scelte che determinano l’attuale situazione di stallo. Ma io la spugna non la getto - sottolinea Fazio -. Non rinuncio. Prendo solo atto dell’attuale impossibilità a raggiungere il numero necessario per un’azione di sfiducia. Per sgombrare ulteriormente il campo da illazioni e sottintesi, inoltre, voglio chiarire e spiegare di non essermi proposto per il ”dopo”, ma solo di avere dichiarato una mia disponibilità se dovesse essere richiesto il mio contributo, che è cosa ben diversa».

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