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Dimissioni via Web, a Trapani lascia l’incarico l’assessore De Maria

TRAPANI. Annunciate sul Web e sul Web ribadite, suscitando un primo dibattito su quella che l’ex sindaco Mimmo Fazio definisce l’ «agorà elettronica dei social network». Sono le dimissioni dell'assessore «tecnico» Maria Gabriella De Maria che il sindaco Vito Damiano aveva nominato non più tardi di 2 mesi fa affidandole un «fardello» di deleghe quantomeno impegnativo: Strategie di sviluppo, Turismo ed eventi, Finanziamenti comunitari, Lavoro, Sport, Cultura, Salute, Politiche abitative, Scuola e Politiche sociali. Una scelta che accentua la lacuna che già presentava l’amministrazione Damiano giacché il sindaco, dopo avere proceduto all'ultimo rimpasto, aveva lasciato vuota la casella relativa all’Assessorato alle Finanze, senza completare, cioè, il plenum dei sei assessori. Una scelta, inoltre, che ha fatto storcere più di un «muso» tra i banchi del consiglio comunale perché, nonostante si trattasse di un assessore «tecnico», l’organo politico-amministrativo avrebbe voluto esserne informato in contemporanea, ed ufficialmente, assieme al sindaco piuttosto che, appunto, attraverso il Web. E comunque una scelta che mette altra carne sul fuoco del dibattito sulle mozioni di sfiducia nei confronti del sindaco Damiano.
«Basta bizantinismo: sono necessarie posizioni nette e decisioni chiare», ha tuonato il deputato regionale e capogruppo di Insieme per il Futuro al consiglio comunale Mimmo Fazio, che è stato il primo a predisporre una mozione. Pd e Psi hanno convenuto di elaborare la loro nuova proposta unitaria nella stessa direzione dopo che avranno ascoltato quello che realmente pensano i cittadini e gli stessi consiglieri comunali in un «Forum» già indetto per lunedì 30 alle 15.30 a Palazzo Riccio di Morana.
Fazio aveva fatto un proprio giro di consultazioni e aveva stilato, divulgandolo, un elenco di, si potrebbe dire, «certi, certissimi, anzi probabili, anzi no» sottoscrittori della mozione redatta da Uniti per il Futuro (le firme già apposte sono quelle di Fazio e di Franco Ravazza, Pino Ruggirello, Francesco Salone e Nino Bianco) indicando come «ancora in fase di riflessione» il consigliere Salvuccio Pumo. Questi ha risposto specificando di non avere condiviso alcun percorso verso la sfiducia a Damiano perché intende farlo «alla luce di un nuovo progetto politico per la città». Pumo, che avrebbe gradito di essere preventivamente messo al corrente dei programmi futuri dei «golpisti» in ordine alle cose da fare per la città (cosa che, a suo dire, avrebbe già potuto portare a raccogliere le 13 firme necessarie per sostenere la mozione di sfiducia), non ha mancato, tuttavia, di accusare Fazio della «mancata programmazione di un suo successore», cosa che ha fatto sì che venisse fuori all’ultimo momento il nome di Damiano.
Che Fazio sia stato sponsor dell’ex generale dell’Arma non è un mistero, ma l’ex sindaco ha respinto ancora una volta l’esistenza di «fatti personali» alla base della mozione di sfiducia nei riguardi del sindaco, «come se il governo della città fosse una vicenda privata».

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