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Trapani: scoperto un deposito di cavi di rame Denunciato il proprietario del locale

TRAPANI. Blitz della polizia in un deposito di Trapani. Sequestrati 173 chili di «oro rosso», ossia di rame di provenienza furtiva.
L’operazione, condotta dagli agenti della Squadra mobile della questura di Trapani, è culminata nella denuncia del proprietario del deposito passato al setaccio. L’uomo – di cui non sono state rese note le generalità – è chiamato a rispondere del reato di ricettazione. Secondo quanto riscontrato dagli investigatori, nel locale perquisito dai poliziotti veniva effettuata, abusivamente, un’attività di compravendita di metalli. L’intervento della Squadra mobile rientra nel piano per reprimere il dilagante fenomeno dei furti di cavi di rame, elaborato dalla Prefettura e dalla forze dell’ordine. Nel corso di un vertice, che si è tenuto a Palazzo del Governo, convocato da Leopoldo Falco, infatti, sono stati pianificati «mirati servizi di controllo del territorio preso i siti particolarmente sensibili. L’attività di monitoraggio riguarda, in particolare, i pozzi di sollevamento dell’acqua, le cabine di distribuzione dell’energia elettrica, la zona del porto, le principale arterie stradali ed autostradali. Saranno, inoltre, controllati tutti i mezzi adibiti al trasporto di materiale ferroso. «Il fenomeno dei furti di rame – sottolinea il prefetto Falco – crea particolare disagio perché spesso provoca l’interruzione di pubblici servizi essenziali, con ripercussioni di natura economico-sociale di particolare rilievo e possibili implicazioni di ordine e di scurezza pubblica». I furti di “oro rosso”, così viene chiamato il rame, sono avvertiti anche in ambito europeo. Ecco perché l’Europol (agenzia dell’Unione europea per la lotta al crimine) ha, di recente, organizzato una Conferenza dell’Unione europea sul fenomeno del furto di metalli all’Interno dell’Unione europea, alla quale ha preso parte anche l’Italia. Lo scorso anno il Dipartimento della pubblica sicurezza aveva favorevolmente accolto l’iniziativa promossa dall’Europol, denominata “action day” che si era svolta, contemporaneamente in 18 Stati: l’Italia si era collocata tra le Nazioni che con maggiore efficacia avevano contrastato il fenomeno. L.To.

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