Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

«Erice antica», al lavoro un team di esperti

Il sindaco Giacomo Tranchida: «La ricerca permetterà di dare corso ad una corretta gestione e pianificazione territoriale»

ERICE. Le nuove tecnologie permetteranno di fare riaffiorare la “Erice antica”. Un team di esperti andrà alla ricerca del primo nucleo abitato della Vetta, che dovrebbe risalire attorno al quinto o sesto secolo avanti Cristo. Lo studio si concentrerà nella zona che va da Porta Carmine al Quartiere Spagnolo, passando per l’area di Porta Spada. Si presume infatti che l’antica Erice sorgesse un po’ più giù rispetto all’attuale borgo medievale, guardando sul versante Nord che si affaccia sul litorale di Pizzolungo. Ed è proprio in questa zona che molto probabilmente si concentreranno le prossime ricerche, che saranno fatte attraverso moderne tecnologie di prospezione geofisica, un sistema che permetterà di ricostruire le planimetrie sepolte, individuando strade, monumenti e strutture di vario genere, senza bisogno di fare nessuno scavo. L’ annuncio è stato dato dallo stesso sindaco di Erice Giacomo Tranchida. “L'utilizzo di metodologie ed indagini geoelettriche, sismiche e magnetiche negli spazi liberi di Erice e lungo le sue strade e piazze – ha spiegato il primo cittadino - ci consentirà di far riemergere dalle nebbie del passato le sembianze delle varie città che si sovrapposero sulla cima del Monte. Tutti i dati e le conoscenze raccolte sul campo, opportunamente elaborati, porteranno alla realizzazione di planimetrie sincroniche e diacroniche. Lo studio permetterà inoltre di dare corso ad una corretta gestione e pianificazione territoriale”. Dal 2008 la Freie Universitat di Berlino ha intrapreso degli scavi archeologici in alcuni dei siti del borgo medievale, concentrandosi in particolar modo sulle mura elimo-puniche. La prossima estate le ricerche archeologiche si sposteranno invece all’interno del Castello di Venere con l’obiettivo di individuare i resti dell’antico tempio della dea. Contestualmente l’amministrazione della Vetta ha deciso di intensificare l’ attività di ricerca, puntando alla realizzazione di un campus archeologico “fuori le mura”, ovvero nella zona di Porta Carmine e Porta Spada, oltre che nell’area attorno al Quartiere Spagnolo. La Fondazione Erice Arte è pronta ad investire parte dei proventi incassati dalle ticket per le visite al Castello di Venere ed al polo museale Cordici sulle attività di ricerca. E su proposta del sindaco Giacomo Tranchida i vertici dell’istituzione culturale hanno dato mandato al professore Sebastiano Tusa, che fa parte del cda, di convocare ad Erice, per fine mese, una fondazione universitaria europea leader nel campo delle ricerche archeologiche avanzate con l'impiego di tecnologie non invasive. “Il futuro di Erice, ma anche della Sicilia occidentale - ha rimarcato il primo cittadino - è legato alla riscoperta del suo passato. La nuova scienza delle tecnologie avanzate, anche in campo archeologico, potrebbe fare il "miracolo" di fare riaffiorare la Erice antica”.

Caricamento commenti

Commenta la notizia