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Trapani: «Luglio Musicale», il futuro rimane incerto

TRAPANI. Il Consiglio d’Amministrazione dell’Ente «Luglio musicale» ha varato il progetto di bilancio dell’esercizio 2013 «con un risultato - afferma il consigliere delegato, Gino Bosco, - che ha registrato utili prima delle imposte di circa 144.000 euro, dopo la trionfante stagione Aurea e grazie all’attenta governance che ha consentito di recuperare risorse e cospicui risparmi di gestione, pur incrementando la produzione artistica e culturale dell’Ente in tutto l’arco dei 12 mesi d’esercizio». Tuttavia, i numeri non rispecchiano fedelmente lo stato di salute dell’Ente: bisogna, infatti, considerare le decine di decreti ingiuntivi piovuti addosso al «Luglio musicale», da parte degli artisti che non sono stati pagati. E ci sono anche debiti, quantitativamente non trascurabili, con i fornitori. «L’assemblea sarà chiamata entro fine mese - scrive Bosco - a deliberare, tra l’altro, sull’azione di responsabilità contro i precedenti amministratori anche per l’investimento infruttuoso di Palazzo Lucatelli», «il possibile conflitto di interessi tra venditore e compratore, in danno dell’Ente Luglio» e «il mancato concreto accantonamento del fondo Tfr, che l’attuale management ha invece accantonato per gli esercizi 2012 e 2013». Sullo sfondo c’è uno scontro politico. Bosco critica la gestione di Mimmo Fazio e dice che i settecentomila euro spesi per l’acquisto di Palazzo Lucatelli, potevano essere meglio impiegati, con «l’acquisizione del Cine teatro Ideal» o per «completare il teatro comunale presso il Conservatorio Scontrino». L’acquisto (per circa il 75%) di Palazzo Lucatelli è comunque avvenuto con soldi dello Stato (gioco del lotto); il Comune, propriepario dell’immobile, sotto forma di contributi, ha poi girato all’Ente, grosso modo, la somma spesa per l’acquisto. Quindi, nei fatti, l’Ente si è impossessato dell’immobile e ha riottenuto i soldi investiti per acquistarlo. Venuto meno il sostegno della Provincia, il futuro dell’Ente è oggi nelle mani del Comune, ed è alla «proprietà» dell’Ente (il Comune, appunto) che Bosco passa la patata bollente: deciderne le sorti. Bosco sottolinea, infine, gli sforzi compiuti, come aver puntato su una «produzione assai audace e premiante dell’opera Mercedes di Agostino Sieri Pepoli che la città non può permettersi di perdere». Però, Mercedes, costata oltre centomila euro ha fatto appena cinquemila euro di incassi in due serate, contro la media di diecimila euro a serata degli altri spettacoli.

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