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Mafia, sequestro da 15 milioni agli eredi di un imprenditore di Trapani

PALERMO. La Direzione Investigativa Antimafia di Trapani ha confiscato beni per un valore complessivo di oltre 15 milioni di euro nei confronti di un imprenditore trapanese del settore dei trasporti alimentari, già deceduto. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Trapani - Sezione Misure di Prevenzione - a conclusione del procedimento di prevenzione a carattere patrimoniale, avviato su proposta del Direttore della Dia nei confronti dell'imprenditore con numerosi precedenti penali.
Il provvedimento di confisca è stato emesso nei confronti degli eredi di Ignazio Miceli, imprenditore operante nel settore dei trasporti alimentari, morto a gennaio del 2010. Miceli era stato accusato di associazione mafiosa e di intestazione fittizia di beni. Il «codice antimafia», consente di sequestrare, ai fini della confisca, i patrimoni degli eredi degli indiziati mafiosi, entro il quinquennio successivo al decesso.
Miceli era stato arrestato nel 2003 con l'accusa di far parte della cosca mafiosa di Marsala. Le indagini che hanno portato alla confisca dei beni sono scaturite dalle dichiarazioni dal collaboratore di giustizia Concetto Mariano e dalle intercettazioni ambientali e telefoniche. L'azienda gestita da Miceli, la «A.F.M. trasporti opera nei trasporti di prodotti ortofrutticoli diretti ai mercati del sud Italia. Secondo gli investigatori avrebbe fatto parte di una spartizione degli affari da parte delle principali organizzazioni malavitose e di una monopolizzazione del settore dei trasporti su gomma del "Clan dei Casalesi". I camorristi per aggiudicarsi il controllo esclusivo nel settore dei trasporti dei prodotti ortofrutticoli sulle tratte da e per la Sicilia, aveva stretto una vera e propria alleanza con Antonio e Massimo Sfraga emissari imprenditoriali di cosa nostra siciliana i quali avrebbero agito sotto l'egida e la direzione di Gaetano Riina, residente a Mazara del Vallo (TP), fratello di Totò.
Per gli investigatori beneficiario principale, sul versante siciliano della provincia di Trapani, dell'accordo affaristico-mafioso tra gli esponenti camorristi dei "casalesi" ed i mafiosi trapanesi sarebbe stato appunto Ignazio Miceli. I sigilli sono stati apposti sull'intero capitale sociale della A.F.M. trasporti s.r.l. e sulla le società Euro frigo Marsala soc coop.

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