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Trapani, sette condanne per droga: la pena più pesante inflitta ad una donna

TRAPANI. Pene complessive per circa 40 anni e multe per un totale di oltre 15o mila euro sono state inflitte dal giudice per le udienze preliminari Emanuele Cersosimo a 7 dei componenti dell’organizzazione che gestiva una fiorente attività di spaccio che si sarebbe svolta nel quartiere Fontanelle Sud e che è stata sgominata dai carabinieri con l’operazione «Nassiriya». Complessivamente le persone coinvolte sono state 14 e, appunto, sette di esse hanno chiesto di essere giudicate con il rito abbreviato. La pena maggiore, 8 anni, 10 mesi e 20 giorni, con 40 mila euro di multa, è stata inflitta a Francesca Incarbona, 33 anni, descritta come «donna energica, risoluta e dalle maniere sbrigative» dagli inquirenti, che avrebbe avuto un ruolo di primo piano nell’organizzazione. Condannati, invece, a 5 anni, 4 mesi e 24 mila euro di multa ciascuno Giuseppe Acabo, Pietrino e Giuseppe Cherchi, mentre Bernardo Tesè ha avuto inflitti 4 anni e 4 mesi ed una multa di 20 mila euro, Massimiliano Gaspare Salafia 4 anni di reclusione e 18 mila euro di multa e Vincenzo Papa 3 anni e 4 mesi e 24 mila euro di multa.
Le richieste di definire le loro rispettive posizioni con l’abbreviato, rito che comporta una riduzione di pena, erano state formalizzate dai difensori, avvocati Salvatore Longo, Gianluca Calafiore, Agatino Scaringi e Giacoma Castiglione. Sotto procedimento penale rimangono altri sette indagati, Giuseppa Angelo, Rosario Orlando, Pietro Cusenza, Fabio e Vincenzo Pomara, Gaetana Scalabrino e Francesco Di Via.
L'operazione «Nassiriya» (i carabinieri della Compagnia di Trapani l’hanno così denominata perché la fiorente attività di spaccio si sarebbe svolta nell'omonima via del quartiere intitolata agli uomini caduti nella strage del 12 novembre 2003) ha preso le mosse nel dicembre del 2011 con il sequestro di un chilo e mezzo di «hashish» in panetti ed è proseguita per circa un anno con intercettazioni telefoniche ed ambientali e video che avrebbero documentato l'attività di spaccio. Le indagini tradizionali, attraverso controlli e pedinamenti, avrebbero portato, nel frattempo, a numerosi altri sequestri di sostanze stupefacenti per complessivi 2 chili e mezzo di hashish, 65 grammi di cocaina, 11 grammi di eroina e decine di «dosi» già vendute ad assuntori abituali. Nel luglio dello scorso anno le conclusioni dell'indagine con l'arresto di sette persone mentre altre due sono state sottoposte all'obbligo di firma giornaliero presso caserme dell'Arma e cinque sono state raggiunte da informazione di garanzia. Il reato contestato era, a vario titolo, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti in concorso.

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