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«Taroccavano le classi di merito delle auto» Marsala, in 6 accusati di truffa ad un’assicurazione

Al centro della vicenda la società «G.P. rent a car» che si occupa di noleggio di auto e furgoni. I 6 sono accusati di associazione a delinquere e truffa. Ogni auto era registrata nella 1ª classe anzichè nella 18ª

MARSALA. Registrando le auto tutte nella prima classe di merito, invece che nella 18esima, come avrebbero dovuto, avrebbero ottenuto uno sconto truffando la compagnia assicurativa di circa 55mila euro. È quanto emerso ieri, in tribunale, dalla deposizione di un funzionario della compagnia assicurativa, chiamato a testimoniare nell’ultima udienza del processo (la prima dibattimentale) che vede sei marsalesi accusati di associazione a delinquere e truffa. Secondo l’accusa avrebbero gabbato un’agenzia assicurativa per risparmiare sulla classe di merito della auto assicurate. Al centro della vicenda c’è una società che ha sede in contrada Strasatti e si occupa di noleggio di auto e furgoni di varia cilindrata. La ditta si chiama «G.P. rent a car» e appartiene a Elena Cudia, anche se è gestita, di fatto, dal marito della donna, Giuseppe Genna, meglio noto come Pino. Entrambi i coniugi, assistiti dagli avvocati Stefano Pellegrino e Maurizio D’Amico, sono adesso imputati nel processo che vede alla sbarra anche altre quattro persone: Giovanni Anselmi e Salvatore Lo Grasso, collaboratori della ditta di noleggio, Francesco Lo Grasso, intestatario di alcuni contratti assicurativi, assistito dall’avvocato Paolo Paladino, e Pietro Barraco, difeso dai legali di fiducia Giovanni Galfano e Giacomo Cannizzo.
A far scaturire le indagini è stata proprio una denuncia presentata dall’Italiana spa, agenzia di assicurazioni che ha la sede centrale a Milano, presso la quale erano stati stipulati i contratti assicurativi delle auto da cui è scaturito il procedimento. A deporre, quale testimone indicato nella lista della parte civile, difesa dall’avvocato Vulpitta, ossia l’Italiana spa, è stato Bruno Isolabella, funzionario dell’assicurazione che fa capo alla Reale Mutua. «Faccio parte dell’unità antifrode dell’azienda – ha detto – e ho curato le indagini interne su questa vicenda. Il procedimento nasce da due nostre querele. La prima è dell’8 agosto 2009 e trova spunto da due lettere che ricevemmo nel febbraio 2009. Con la prima lettera del 2 febbraio un assicurato ci chiedeva di approfondire un caso: due mezzi sarebbero stati assicurati con noi, ma lui ne aveva uno solo e non era assicurato con noi. Poi noi chiedemmo all’agenzia presso la quale erano stati stipulati i contratti e, poco dopo, l’11 febbraio, ci arrivò una seconda lettera in cui lo stesso primo mittente si smentiva dicendo di essersi sbagliato e che quei due mezzi erano suoi, ma le firme erano diverse. Il signore era Francesco Lo Grasso. Incongruenza che ci ha indotto ad approfondire tramite investigatore, che nel giugno 2009 ha prodotto documenti. Ha sentito Francesco Lo Grasso che ha detto di non possedere mezzi e di non aver scritto nessuna lettera. L’investigatore ha contattato anche l’agenzia che ha disconosciuto tutto. E abbiamo presentato denuncia per truffa. La seconda querela ha fatto seguito ad una richiesta dei carabinieri in quanto 27 veicoli venivano assicurati a Giuseppe Genna, ma risultavano di altra società. Con l’investigatore abbiamo appurato che Francesco Lo Grasso non era titolare di nessuna delle 18 auto assicurate da noi a suo nome. La truffa sarebbe stata fatta per beneficiare di un grosso sconto assicurativo. Ogni auto entrava nella classe prima, ma avrebbe dovuto essere nella 18esima. Ciò era possibile collegando ogni contratto ad un altro, il fatto è che anche la prima polizza era stata fatta dichiarando il falso. Quasi tutte le auto appartenevano alla GP Rent a Car».

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