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Accusato di corruzione, si dimette il sindaco di Calatafimi: "Non ho tradito la fiducia dei cittadini"

CALATAFIMI. Dopo una travagliata riflessione matura nella sua abitazione, dove è agli arresti domiciliari, il sindaco di Calatafimi-Segesta Nicolò Ferrara, accusato di corruzione, si è dimesso. «Quanto accaduto - dice il primo cittadino - impone un passo indietro. Sia per organizzare meglio la mia difesa, sia per dare serenità nello svolgimento dell’attività quotidiana del Comune, allontanando sospetti e dubbi». Secondo l’accusa Nicolò Ferrara avrebbe intascato una mazzetta di 3 mila euro per favorire un imprenditore, Francesco Fontana, nell’aggiudicazione di una gara, ad asta pubblica, per la vendita di un compattatore di proprietà del Comune.
«Posso fin ora assicurare i miei concittadini - sostiene, però, il sindaco dimissionario - che alla base di quanto accaduto c’è una grande confusione che ha generato incomprensioni ed equivoci». «Certi comportamenti o richieste - aggiunge - sono lontani anni luce dal confine del mio agire politico. La cittadinanza può stare tranquilla la loro fiducia non è stata assolutamente tradita». Nicolò Ferrara, arrestato all’alba di mercoledì dagli agenti della Squadra mobile, spiega i motivi della scelta di rassegnare le proprie dimissioni. «L’egoismo politico - sottolinea - porterebbe a decidere di rimanere, per vedere il realizzarsi delle tante iniziative in cantiere frutto del mio impegno e di quello di tante collaboratori, ma l’onesta intellettuale e il rispetto doveroso verso i cittadini e nella giustizia, mi impediscono di accettare il nascere di dubbi e sospetti sull’operato di un sindaco che ha sempre cercato di combattere certi vizi della politica che deve operare con trasparenza, legalità e determinazione». Frattanto, nel corso dell’interrogatorio di garanzia che si è svolto, ieri mattina, al tribunale di Trapani, Nicolò Ferrara - difeso dall’avvocato Pietro Riggi - si è avvalso della facoltà di non rispondere. «Una scelta tecnica - rileva il legale - dal momento che dobbiamo ancora valutare gli atti. Ci riserviamo di rispondere la prossima volta». «Ferrara - aggiunge l’avvocato Riggi - è molto abbattuto per le contestazioni che gli vengono mosse». Oltre che di corruzione il primo cittadino, al suo secondo mandato, è anche accusato di aver messo alla guida dell’ufficio tecnico del Comune un funzionario sprovvisto di laurea, in barba alla normativa vigente.
Intanto, sono ritornati in libertà i due imprenditori palermitani Ettore ed Enrico Crisafulli, finiti agli arresti domiciliari nell’ambito nell’inchiesta sulla mazzetta intascata dal sindaco di Calatafimi-Segesta. Ieri mattina, infatti, dopo gli interrogatori di garanzia il giudice per le indagini preliminari Lucia Fontana, ha disposto la revoca integrale della misura cautelare.

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