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Paura e tensione al centro di Salinagrande Gli immigrati «sequestrano» il personale

TRAPANI. Tensione e paura, ieri mattina, al centro di accoglienza per richiedenti asilo politico di contrada Salinagrande. Un gruppo di migranti - una quarantina, in tutto - di diversa etnia, si è barricato all’interno della struttura chiudendo i cancelli con le catene, tenendo «prigioniero» il personale che opera al Cara. Nessuno poteva entrare o uscire dall’immobile. Insomma, un’altra protesta. Questa volta gli extracomunitari, che hanno già avuto riconosciuto il loro status di rifugiato politico, appellandosi ad un comma della legge sull’immigrazione hanno chiesto il trasferimento in altre strutture, ovvero in una casa-alloggio. Da Salinagrande vogliono andare via. La protesta è scattata alle 6,30 ed è terminata quando mancavano quaranta minuti alle 9.
Sono intervenuti gli agenti di polizia e i carabinieri. I tutori dell’ordine hanno avviato una lunga trattativa - condotta dal dirigente della Squadra Volante, Biagio De Lio - con i manifestanti che hanno anche sposto alcuni cartelloni di dissenso. L’allarme è rientrato solo quando una responsabile della struttura ha comunicato che per uno dei migranti era già arrivato il trasferimento presso un centro del Nord-Italia. Le procedure per soddisfare le richieste dei richiedenti asilo politico sono state avviate, ma bisogna fare i conti con i tempi della burocrazia: la spiegazione fornita agli extracomunitari che hanno messo in scena un’altra forma di protesta per chiedere il riconoscimento dei loro diritti.
Quanto accaduto ieri mattina conferma, per l’ennesima volta, la tensione che si vive all’interno del centro di accoglienza che continua ad essere una polveriera pronta ad esplodere da un momento all’altra.
Nei giorni scorsi, invece, ad alzare la voce erano stati abitanti di Salinagrande che hanno chiesto chiesto l’istituzione di un tavolo tecnico alla Prefettura dopo i furti e i danneggiamenti che di recente, secondo le loro denunce, avrebbero subito una impennata nella piccola frazione trapanese dove la convivenza tra residenti e immigrati è assai problematica. Tra le proposte avanzate dagli abitanti la realizzazione di un presidio di polizia per scongiurare il verificarsi di episodi di violenza. Come quello che, di recente, si è verificato su un autobus di linea e culminato nell’arresto, eseguito dagli agenti della Squadra volante, di un ospite del centro di accoglienza che dopo aver sferrato un calcio al un passeggero avrebbe tentato di accoltellare il controllore «reo» di averlo invitato a munirsi di biglietto.

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