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Trapani, il dolore degli amici di Paloma: "Amava il suo lavoro"

TRAPANI. I sogni e i progetti futuri di un talentuoso architetto donna sono volati, assieme a lei, da quel maledetto viadotto della A-29. Di Paloma Damiano adesso non resta altro che il ricordo impresso nella mente di chi ha avuto modo di conoscerla e di apprezzare le sue doti professionali e umani. I colleghi, affranti, la ricordano così: «Elegante, gentile, cordiale». Un coro unanime per quella sfortunata giovane - aveva 29 anni -, deceduta, ieri mattina, in un incidente stradale verificatosi sull’autostrada «Trapani-Palermo». Originaria di Roma, Paloma viveva ad Erice Casa Santa in via Adragna ed aveva un futuro roseo nel campo dell’architettura, la sua grande passione. Sulla sua vita privata i colleghi sanno poco: «Era molto riservata - sottolineano - Con lei si parlava soltanto di lavoro perchè Paloma amava la sua professione ed aveva tutte le carte in regola per sfondare in questo settore». «Ho avuto modo di collaborare, nell'aprile del 2010, con lei - afferma Giampiero Musmeci, consigliere dell’Ordine degli architetti - Unitamente ai colleghi Rocco Ricevuto e Girolamo De Vita abbiamo avuto modo di apprezzare la competenza, capacità e puntualità di questa nostra giovane collega». «In quella occasione - ricorda - partecipammo al concorso di idee per il collegamento tra i litorali Nord e Sud del centro storico" bandito dal Comune di Trapani proponendo, in un progetto molto prossimo ad un esecutivo, la riapertura della "via d'acqua" che nel passato collegava i due litorali della Città di Trapani ed inoltre la riproposizione di una moderna linea tranviaria quale infrastruttura unificatrice per lo sviluppo di una unica grande città Trapani-Erice». Una pausa, poi l’architetto Musmeci riprende: «In questa elaborazione progettuale l'architetto Damiano, inserita nel gruppo di progettazione quale "giovane professionista", fornì per tutti i complessi temi trattati un fondamentale contributo grazie agli ottimi studi, le esperienze precocemente maturate ed un innato talento. La discrezione e la modestia le sue maggiori doti personali». Paloma Damiano, ieri mattina, si stava recando ad Alcamo, dove aveva un appuntamento di lavoro. La tragedia all’uscita della galleria di Segesta. L’auto, una Ford Fiesta, sulla quale viaggiava la giovane donna è precipitata da un viadotto, finendo in una scarpata dopo un volo di dieci metri.
«Quando ho appreso la terribile notizia - afferma Giampiero Musmeci - quasi non riuscivo a crederci. Sono profondamente addolorato, come tutti gli altri colleghi, parlo anche a nome dell’Ordine, per la perdita di Paloma Damiano che si faceva apprezzare non solo per le due doti professionali, ma anche per le sue qualità umane». Scene strazianti all’obitorio di Alcamo, dove sono accorsi la madre Giuseppina Cernigliaro di 65 anni e la sorella. Il papà di Paloma è deceduto cinque anni fa.
Rabbia e dolore anche al comando provinciale dei vigili del fuoco, dove Paloma Damiano in più di una circostanza aveva fatto degli stages formativi: «Qui era di casa». E per un crudele gioco del destino, sono stati i pompieri ad estrarre il cadavere dall’abitacolo ridotto ad un ammasso di ferraglia.

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