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Indennità a presidenti e consiglieri: la Provincia restituisc 130 mila euro

TRAPANI. La Provincia restituisce il 30% degli emolumenti che il presidente del consiglio Peppe Poma e i consiglieri in carica nel periodo tra gennaio e giugno dello scorso anno, avevano deciso di decurtarsi. Ciascuno, mediamente, percepirà circa 3 mila e 300 euro. È stata impegnata, infatti, con una determina del segretario generale Giuseppe Scalisi che ha fatto propria la proposta della responsabile del procedimento Anna Asaro, la complessiva somma di 129.440,22 euro.
La decurtazione degli emolumenti era stata decisa di comune accordo tra consiglieri ed uffici amministrativi della Provincia nel momento in cui era stato ufficializzato che l’Ente aveva sforato, per l’anno 2012, il Patto di stabilità interno, ossia quello strumento che era stato pensato per tenere sotto controllo i conti pubblici con l’obiettivo di ridurre il deficit e, di conseguenza, risanare le finanze.
«Una scelta dettata dal grande senso di responsabilità di tutte le componenti politiche - ricorda l’ormai ex presidente del consiglio provinciale Peppe Poma - ma anche da un’esigenza di ordine pratico. Si sarebbero potuti allungare i tempi di recupero delle somme considerato che si stava andando all’”azzeramento” del consiglio per la decisione della Regione di sciogliere le Province».
Indennità tagliate del 30 per cento, quindi, per il periodo tra gennaio e giugno 2013, ai consiglieri provinciali. Successivamente, però, la Corte Costituzionale, con una propria sentenza, ha dichiarato che l’Ente «non era tenuto ad applicare il regime sanzionatorio» che, secondo un’interpretazione rivelatasi errata, sarebbe stato, invece, previsto dalla normativa sul mancato rispetto del Patto di stabilita.
Mediamente, l’importo dei «gettoni di presenza» dei 34 consiglieri provinciali (il 35°, appunto il presidente Peppe Poma percepiva un’indennità forfettaria di carica di 2.689,21 euro mensili, ndr) era, per la partecipazione alla riunioni dell’Aula e delle commissioni, di circa 2.200 euro al mese, sulla base dell’importo di ogni «gettone» che era di 98,80 euro. Una entità che era stata stabilita nel 2008 (mentre in precedenza era di 103,03 euro e, ai tempi del «vecchio conio», di 199.500 lire) ed alla quale andavano aggiunti i rimborsi per le spese di viaggio, ossia quelle sostenute dai consiglieri per raggiungere la sede delle riunioni dalle rispettive residenze. Sicché si arrivava ad un complessivo di circa un milione di euro annuo.

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