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Pericoli di crollo nel centro storico di Castelvetrano «Limitate le nostre competenze»

CASTELVETRANO. «Questione di qualche attimo e poteva anche succedere una tragedia». Il consulente del sindaco Francesco Calcara: «Il Comune può fare ben poco per i palazzi storici dei privati». Ancora visibilmente frastornato Andrea Bua, imprenditore castelvetranese che abita nella via IV Novembre, proprio di fronte il Palazzo Vaiasuso. La caduta di alcuni conci di tufo dal palazzo e da un’altezza di dieci metri ha quasi distrutto la sua autovettura. Lo stesso Andrea Bua racconta gli attimi che hanno preceduto l’accaduto: ”Avevo fatto scendere dall’autovettura mio figlio Dario, il tempo di chiudere la porta d’ingresso del condominio e ho sentito un boato, mi sono affacciato e ho visto un grande polverone e la mia auto con il parabrezza sfondato. Un altro residente - continua Andrea Bua - è stato anche lui “miracolato” in quanto aveva, in quel momento, erano le 22,50, portato il suo cane a passeggio sotto il palazzo, quando forse per istinto l’animale si è fermato, e subito dopo il crollo”. Fin qui il racconto del giovane imprenditore che precisa: «Dove è successo il cedimento del cornicione sono segnati gli stalli a pagamento, per cui si pensa che la strada poteva essere sicura, visto - conclude Andrea Bua - che erano stati effettuati tempo fa lavori relativi all’estirpazione di vegetazione dal prospetto e chiusura delle crepe sullo stesso immobile, senza che magari fosse stata notata la pericolosità del cornicione». Sulla precarietà di molti edifici storici, interviene il consulente del Comune Francesco Saverio Calcara: «Ovviamente il comune non può direttamente intervenire sul patrimonio edilizio privato se non sostituendosi, come in passato è avvenuto per palazzo Noto, palazzo Signorelli, palazzo Piccione, palazzo Di Stefano, in casi di somma urgenza per assicurare la pubblica incolumità ed evitare il crollo dell’edificio.S i tratta, per gli immobili soggetti a vincolo, di adottare anche nuovi strumenti normativi di carattere edilizio ed anche economico (esiste una apposita legge regionale ma è priva di copertura finanziaria), che consentano al proprietario di ristrutturare, conservando gli elementi di sicuro interesse storico e artistico, onde ricavare anche un beneficio economico che renda appetibile un intervento. Spesso -conclude Calcara- si tratta di edifici con diversi proprietari e ciò rende tutto più difficile».

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