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Inaugurazione del mercato ittico a Trapani, proteste e insulti contro il sindaco

TRAPANI. Insulti, fischi e un invito perentorio: «Dimettiti, vattene a casa. Questa città non ti ama».
Tensione, ieri mattina, all’inaugurazione del mercato ittico di via Cristoforo Colombo, nella zona del porto peschereccio. Nel mirino, il sindaco Vito Damiano che è stato duramente contestato, assieme ad alcuni consiglieri comunali. L’imposta sui rifiuti, la famigerata Tares che rende più vuote le tasche dei cittadini a ridosso di Natale, ha fatto esplodere la rabbia dei pescatori e dei residenti nella zona del centro storico. Ma il malcontento è diffuso e si annida in ogni angolo della città. Quanto accaduto al porto peschereccio è soltanto un piccolo focolaio. Rabbia ed esasperazione ormai hanno preso il sopravvento.
La protesta scatta all’arrivo del primo cittadino. Il tempo di scendere dall’auto e Damiano viene accerchiato da un gruppo di contestatori. L'atmosfera diventa subito incandescente. Applausi ironici e cori di scherno. Qualcuno sventola in faccia al sindaco, la tassa che gli è stata appena notificata. Qualcun altro, invece, ha per le mani un ritaglio di giornale con le foto dei consiglieri comunali che hanno votato per la Tares: «Anche loro sono colpevoli - urla, facendosi largo tra la folla - Anche loro devono andarsene tutti a casa. Non ci rappresentano. Non ci rappresentano per niente». Si alza il coro di protesta. Vito Damiano raggiunge, a fatica, il mercato del pesce, attraverso una porta laterale. E’ scosso. I contestatori non lo mollano. Lo seguono. Vogliono, ora, bloccare la cerimonia del taglio di nastro ed entrano all’interno della struttura tirata a lucido. La festa è ormai rovinata. Qualcuno tenta di avvicinare Vito Damiano. Vola qualche spintone.
Pescatori contro pescatori, si sfiora la rissa. Arrivano gli agenti della Squadra volante della questura del capoluogo, che qualcuno ha chiamato, temendo che la situazione potesse degenerare. Con loro, c’è il dirigente Biagio De Lio. La tensione cala lentamente, ma quando prende la parola il sindaco l’atmosfera torna a surriscaldarsi. Ancora fischi. Ancora insulti. Ancora quell’invito perentorio: «Vattene a casa».
«Io vado avanti per la mia strada». La replica di Vito Damiano ai suoi contestatori. «Capisco lo stato d'animo di queste persone - aggiunge - ma ci sono modi e modi per protestare. Dobbiamo rimboccarci tutte le maniche, oggi stiamo pagando i danni fatti nel passato». Poi uno sfogo amaro: «Io mi assumo le mie responsabilità, ma c'è qualcuno che cavalca la protesta per fini personali o interessi politici. Agendo così si danneggia la collettività. Abbiamo adottato - conclude il primo cittadino - una scelta sofferta per rimediare a provvedimenti dissennati presi in passato». Fuori dal mercato ittico ancora fischi e urla.

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