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Tre assunzioni al Comune di Mazara finiscono nel mirino della Corte dei Conti

MAZARA. Gli incarichi di collaborazione coordinata e continuativa per la copertura di 3 posti di assistente sociale, a supporto dell'unica figura di ruolo prevista in organico, sono illegittimi e «causa di responsabilità amministrativa per il dirigente che ha stipulato i contratti».
Lo scrive la Sezione di controllo della Corte dei conti nella deliberazione 349/2013, già notificata, con cui impone all'amministrazione comunale di comunicare entro 60 giorni le misure correttive adottate per sanare una serie di criticità emerse dalle verifica sul rendiconto 2011.
Nella relazione viene stigmatizzato «il consistente ammontare dei debiti fuori bilancio riconosciuti, pari a 369.499, peraltro non interamente segnalati alla Procura regionale della Corte dei conti, altre passività per 1.085.419 contabilizzate tra le partite di giro (1.071.570 per pignoramenti ed 13.848 per sentenze esecutive), nonché un debito di 871.755 nei confronti dell'Ato rifiuti "Belice Ambiente spa", risalente al 2010 e tutt'ora oggetto di contenzioso».
Profili di criticità risultano anche con la società Belice Ambiente spa in liquidazione per la quale «si rilevano perdite, nel biennio 2010-2011, rispettivamente pari a 14.014.980 ed 6.938.583 che hanno generato un patrimonio netto negativo pari a € 20.953.563». Su questo fronte la Sezione segnala che «l'ente non ha adottato alcuna misura prudenziale in ordine alla copertura della quote ad esso imputabile pari a 5.524.750 per il 2010 ed 2.568.663 per il 2011».
Ma il capitolo più corposo è dedicato alla vicenda dei tre assistenti sociali assunti con contratti Co.Co.Co. I giudici contabili, richiamando un precedente parere negativo in sede consultiva, sottolineano che «gli incarichi esterni non possono in alcun modo coprire i fabbisogni ordinari e le esigenze di carattere duraturo, cui gli enti sono tenuti a dare risposta, per il principio di "autosufficienza organizzativa", attraverso la programmazione triennale del fabbisogno del personale. Diversamente opinando, infatti, si darebbe luogo ad una surrettizia - e dannosa - duplicazione del lavoro ordinariamente svolto dalle strutture amministrative, che si porrebbe in contrasto con i principi appena richiamati, e che finirebbe per generare nuovo precariato».

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