Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

La Regione: caccia vietata a Marettimo Il prete si ribella: e i giovani che fanno?

Ditelo a Rgs. L’assessore Cartabellotta ribadisce il no. Don Pinella tuona: qui d’inverno i ragazzi non svolgono nessuna attività

MARETTIMO. Niente fucili a Marettimo. Tramonta il sogno del parroco della piccola isola. Caccia vietata: la crociata di don Giuseppe Pinella sbatte sul più bello. Proprio quando la Regione sembrava a un passo dal dire sì. A «Ditelo a Rgs», la trasmissione radiofonica di Rgs, ieri mattina l’assessore all’Agricoltura Dario Cartabellotta ha però chiarito ogni dubbio: «Qua non si spara, è vietato».
Tutto era partito dalla richiesta del sacerdote. «Qui i giovani non hanno nulla da fare, fateli cacciare», aveva invocato don Pinella, un totem nella piccola isola delle Egadi. Che adesso sbotta: «Vietare i fucili da queste parti è una sorta di sopruso». La richiesta del prete, nelle scorse settimane, aveva messo in imbarazzo la Regione. Perché da una parte l’assessorato all’Agricoltura e foreste aveva fatto capire che in alcune microaree l’attività venatoria sarebbe stata consentita. Dall’altra poi c’era il Territorio che in un colpo solo aveva escluso tutta l'isola dall'attività venatoria. Adesso però Dario Cartabellotta ha spazzato via ogni dubbio. Il «verdetto» è arrivato dopo un incontro con la commissione Ambiente dell’Ars. Niente caccia a Marettimo. «Il nostro settore – ha spiegato l’ assessore regionale all’Agricoltura nel corso della diretta di Ditelo a Rgs - ha elaborato il piano faunistico venatorio che viene sottoposto a valutazioni di incidenza ambientale. La competenza però è del ramo al Territorio, che ha deciso di includere tutta l’isola di Marettimo nel progetto di tutela e protezione ambientale». In soldoni: è vero che in tutte le isole ci sono delle aree protette e alcune non protette. La realtà è che in maniera forse affrettata Marettimo è stata considerata un tutt’uno. «Quindi alla fine – spiega Cartabellotta - non sono state escluse le aree che invece andavano escluse».
Eppure, da queste parti, c’è chi dice che cacciare non sia un peccato. E il fucile fa più rumore se a imbracciarlo è un prete. Forse perché in fondo la caccia è un po’ una scoperta dell'infinito rapporto con la natura. La pensa più o meno così don Giuseppe Pinella. «I nostri ragazzi sono isolati – ha spiegato - quello della caccia è stato anche un motivo per fare tornare a parlare di noi. Precisiamo ancora una volta che questa attività non è violenta perché noi rispettiamo l’ambiente. Eliminare i fucili dalla nostra isola per noi è un sopruso. A Marettimo si è sempre vissuto di caccia e pesca perché qui non c’è agricoltura. Durante l’inverno nell'isola rimangono appena cento persone e diciamoci la verità: i ragazzi non hanno nulla da fare». Una situazione che fino alla fine è stata poco chiara. E adesso? «Abbiamo chiesto all’autorità ambientale di rivedere questa posizione – conclude Cartabellotta - ma allo stato attuale la situazione non è cambiata perché la caccia nell’isola di Marettimo secondo le valutazioni ambientali turberebbe un equilibrio soprattutto negli spostamenti della fauna. Per cui il concetto è che i fucili non possono entrare».

Caricamento commenti

Commenta la notizia