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Processo a cosca trapanese, condanne per 79 anni: dieci a Messina Denaro

PALERMO. Il tribunale di Marsala ha condannato complessivamente a 79 anni di carcere 8 dei 13 imputati del processo alle cosche trapanesi denominato Golem 2. Cinque gli assolti. Tra gli imputati il boss latitante Matteo Messina Denaro al quale, per la prima volta, l'autorità giudiziaria ha riconosciuto il ruolo di capo dei clan di Trapani e Palermo. Il tribunale gli ha dato 10 anni per la partecipazione all'associazione mafiosa dal 2008 al 2009: per il periodo precedente c'era a carico del boss una condanna passata in giudicato a 20 anni.

A 14 anni e 6 mesi è stato condannato l'imprenditore Giovanni Risalvato, ritenuto vicino a Messina Denaro: avrebbe consegnato il denaro della cosca al capomafia latitante. Dieci anni la pena inflitta a Vincenzo Panicola, cognato di Messina Denaro, 12 a Maurizio Arimondi, 13 a Tonino Catania e a Lorenzo Catalanotto, 4 a Marco Manzo, 2 anni e 3 mesi a Nicolò Nicolosi. Assolti Giovanni Filardo, Leonardo Ippolito, Filippo Sammaritano e Giovanni Stallone. Gli ultimi due erano accusati di intestazione fittizia di beni; per gli altri le imputazioni erano a vario titolo di mafia e danneggiamento.

L'accusa in giudizio è stata rappresentata dai pm Paolo Guido e Marzia Sabella. L'inchiesta Golem 2 ha portato anche a un processo celebrato col rito ordinario in cui era imputato ed è ormai definitivamente condannato il fratello di Matteo Messina Denaro, Salvatore.

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