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I sindacati puntano il dito: «il Comune di Trapani va a rilento e irrisolti i problemi»

TRAPANI. Sindacati a muso duro contro il Comune. Cgil, Cisl e Uil, attraverso i responsabili della funzione pubblica, rispettivamente Nicola Del Serro, Marco Corrao e Giorgio Macaddino, hanno puntato l’indice contro l’amministrazione comunale alla quale imputano delle scelte sbagliate: dal blocco dei progetti incentivanti la produttività, al blocco del salario accessorio, alla mancata costituzione del fondo per il salario accessorio, fino alla riorganizzazione dei settori e dei servizi «concepita senza raziocinio con scopi che esulano da qualsiasi logica equilibrata per la funzionalità» spiegano i sindacalisti i quali, poi, sottolineano come «certamente, in questo momento, è solo per l’abnegazione dei dipendenti del Comune che la macchina amministrativa, seppur a stenti, continua a funzionare. «Ma al contrario — affermano Del Serro, Corrao e Macaddino — riteniamo che ”non tutta la dirigenza” sia impegnata a dovere, visti i lauti compensi erogati».
Per Cgil, Cisl e Uil, pertanto, «è ormai ben chiaro che i rapporti politico sindacali con l’amministrazione comunale non sono per nulla idilliaci» e che «i problemi rappresentanti sono rimasti inascoltati. Fra queste ci sono le richieste dell’aumento della flessibilità oraria in entrata ed in uscita e la soppressione dei rientri pomeridiani ad agosto».
Il punto cardine della protesta, però, resta la riorganizzazione dei settori, «concepita senza raziocinio. Questa disorganizzazione è stata, infatti, la causa delle dimissioni del dirigente del sesto settore, dello smembramento dei servizi, con il conseguente mal funzionamento degli uffici, e dell’esodo in massa di un notevole numero di dipendenti verso altre sedi del Comune che costeranno, alla collettività, lo spreco di denaro pubblico per il trasloco degli archivi e di ogni altra cosa utile per l’espletamento degli incarichi affidati».
«Ogni decisione è stata assunta per migliorare il rendimento del Comune - replica il sindaco Vito Damiano -, ma anche per consentire ai dipendenti di operare al meglio. Stiamo vivendo un momento di crisi dato che abbiamo due dirigenti in meno (uno in organico e le dimissioni di Vicari) ed a breve un altro andrà in pensione (Piacentino). L’intendimento è quello di assegnare gli incarichi ad interim ai dirigenti ”superstiti” (cinque) ai quali ho chiesto di avere senso del dovere in quanto se il lavoro lo fanno bene sarà a vantaggio della collettività». Infine, in merito all’accusa che non tutta la dirigenza si impegna a dovere, Damiano è categorico. «Nessuno si permetta, dall’esterno, di dare questi giudizi».

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