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Trapani, scoperta microspia inattiva nel Palazzo di giustizia

TRAPANI. Una microspia, non funzionante, è stata scoperta nella porta d'ingresso del Palazzo di giustizia di Trapani, accesso riservato ai magistrati e video-sorvegliato. L'inquietante episodio, l'ultimo di una serie, è stato confermato dal procuratore capo Marcello Viola, che ha preferito
non commentare.

La tensione in Procura è altissima: in agosto è stata recapita una busta contenente una lettera con minacce di morte e un proiettile; lo scorso ottobre è stata manomessa la vettura blindata del sostituto procuratore Andrea Tarondo, una Bmw parcheggiata nel cortile interno, anch'esso video-sorvegliato, del Palazzo di giustizia. E poi ci sono le lettere di minacce indirizzate al procuratore capo Marcello Viola, a Trapani da due anni e che proprio nei giorni scorsi ha vinto il ricorso amministrativo al Consiglio di Stato e che, pertanto, rimarrà al suo posto. Poche settimane dopo la nomina, in autostrada, Viola fu inseguito e affiancato da un'auto: la vicenda è ancora avvolta dal mistero; sono stati identificati gli occupanti (incensurati) dell'auto inseguitrice, ma la loro versione (''avevamo fretta'') sembra non convincere gli inquirenti.

A destare preoccupazione, comunque sono le intimidazioni avvenute dentro il Palazzo: nessuno apre bocca, ma è evidente che ci sarebbe una mano interna.

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