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Mafia, altri beni sequestrati al re dell’eolico

PALERMO. La Direzione Investigativa Antimafia di Palermo ha confiscato altri beni per un valore di oltre 3 milioni e 500 mila euro a Vito Nicastri, l'imprenditore trapanese definito il "re" dell'eolico al centro di numerose indagini. Il provvedimento si va a sommare all’altra confisca dell’aprile scorso di 1 miliardo e 300 milioni di euro. Il patrimonio di Nicastri, che opera nel settore delle energia alternative, è stato ritenuto frutto del reinvestimento di capitali di provenienza illecita. Tra i beni sottoposti oggi a confisca numerosi conti correnti e rapporti finanziari, attestati presso  istituti di credito in Sicilia e Lombardia.
Il provvedimento di confisca è stato disposto dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Trapani. La misura scaturisce da un’ulteriore attività istruttoria avviata dai magistrati sulla proposta di applicazione di misure di prevenzione patrimoniale e personale avanzata  dal Direttore della Dia, che ha già consentito di confiscare a Nicastri un patrimonio del valore di oltre 1 miliardo e 300 milioni di euro.    
Il Tribunale di Trapani ha ritenuto sussistenti le argomentazioni già espresse in quel decreto di confisca, circa la connotazione, quale provento dell'attività illecita, anche dei beni sottoposti all'odierna confisca, stimati in oltre 3 milioni e 500 mila euro. L'attività imprenditoriale di Vito Nicastri, specializzato nello 'sviluppo' di impianti di produzione elettrica da fonti rinnovabili, è consistita nella realizzazione e nella successiva vendita, chiavi in mano, di parchi eolici e fotovoltaici con ricavi milionari. Le indagini hanno confermano i collegamenti dell'imprenditore trapanese con noti esponenti mafiosi, 'vicini' al boss latitante Matteo Messina Denaro.

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