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Marsala, in sagrestia una mensa per i poveri A Paolini offerti 50 pasti al giorno

MARSALA. Una nuova mensa fraterna nei locali retrostanti della chiesa «San Giuseppe», di contrada Paolini, ha le porte aperte a tutti, e in questi giorni è boom: sfiorate le 50 presenze a tavola, domenica scorsa il parroco don Enzo Amato ha esortato i fedeli: «Sostenete la tavola della solidarietà con donazioni di alimenti, viviamo di provvidenza».
Da circa cinque anni questo servizio veniva offerto, in via temporanea, solo durante la vendemmia, per garantire un pasto caldo ai tanti immigrati che si trovavano in situazione di forte disagio e senza un tetto.


Ma da aprile «l'esperimento» si è andato consolidando, fino a diventare una mensa che apre ogni giorno tranne la domenica, dalle ore 17,30, ossia al ritorno dai campi, e chiude alle 20 dopo aver condiviso un pasto con chi si presenta a tavola. «Abbiamo potuto realizzare tutto questo - ha detto don Enzo - grazie alla collaborazione economica e alla buona volontà dell'associazione onlus: 'Un chicco di grano spezzato, missione, speranza e carità' presieduta da Diego Genna che da alcuni mesi opera insieme ai volontari della Caritas parrocchiale».


Niente fondi, né finanziamenti pubblici, la mensa «San Giuseppe» si trova nella sagrestia della omonima chiesa che, da sempre, ogni anno, tra febbraio e marzo, ospita le signore della contrata impegnate nella realizzazione dei panuzzi in onore del santo patrono dei lavoratori. Una struttura che, dunque, già prevedeva una cucina, un salone e un bagno che ora sono divenuti essenziali per la mensa serale. Quanto agli alimenti: «Provengono dalla provvidenza - spiega il sacerdote - chi può offre pasta, salsa, olio, ma anche frutta e, qualche volta dolci (grazie ad offerte di bar e pasticcerie). E il pasto dipende da cosa c'è in dispensa».


«A volte - ha aggiunto Giusy Scimemi responsabile della Caritas, aiutata da 25 volontari - quando veniamo per aprire, troviamo alimenti dietro la porta, offerti da donatori anonimi». Un aiuto importante deriva dalla Caritas Diocesana e anche dalla raccolta alimentare effettuata nei supermercati. Una cosa è certa, si tratta di un servizio necessario, oltre che gradito. Infatti all'inizio erano 12 i commensali, ora la media è di 40 ospiti a tavola. Molti sono africani, alcuni dei quali, non avendo una dimora, in questo periodo di vendemmia, vengono ospitati in due tende della protezione civile istallate in un terreno che appartiene alla signora Enza Mistretta, nella vicina contrada Madonna Cava Bufalata.


«Per migliorare le condizioni di vivibilità - aggiunge don Enzo - abbiamo appena costruito due docce e due bagni (che si aggiungono al bagno chimico offerto dal Comune) e una piccola cucina».

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