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Ato Belice di Mazara del Vallo: operai rischiano il posto di lavoro

MAZARA DEL VALLO. Nove consiglieri comunali di Mazara di diversi gruppi politici, hanno sottoscritto una nota indirizzata alla commissione lavoro dell'assemblea regionale siciliana in cui chiedono una urgente audizione per "la criticità del personale dell'Ato Tp2 Belice Ambiente". L'audizione non riguarda gli stipendi arretrati dei dipendenti ma la possibilità di "esaminare ed acquisire elementi che possano far placare l'ira e le preoccupazioni che stanno affliggendo centinaia di famiglie dei lavoratori che vedono precluso il loro futuro lavorativo".


I nove consiglieri si riferiscono alla scadenza del prossimo 30 settembre che prevede la chiusura di tutte le Ato e quindi anche quella gestita da Belice Ambiente con il transito dei dipendenti alle Srr che però ancora non sono operative, malgrado i sindaci abbiano avuto a disposizione otto mesi di tempo. Pertanto operai ed amministrativi della società si troverebbero senza lavoro, in pratica vedrebbero risolto il loro rapporto di lavoro a carattere indeterminato, mentre i comuni interessati, potrebbero attingere a cooperative e lavoratori esterni per la raccolta dei rifiuti.


Una sorta di meccanismo di gestione diretta del servizio della raccolta dei rifiuti da parte del singolo comune,Un passaggio che dovrebbe durare però al massimo tre mesi perché poi i comuni sarebbero costretti, secondo la legge regionale del 2010, ad assumere i dipendenti dell'Ato Tp2 contrattualizzati entro il 31 dicembre del 2009. Nella Belice Ambiente i dipendenti sarebbero circa 200, mentre quelli assunti dal 2010 in poi sarebbero un centinaio. "Appare necessario - scrivono i nove consiglieri comunali - intervenire con celerità per scongiurare la polverizzazione di diversi posti di lavoro per via del fatto - si aggiunge nella nota - che i sindaci degli undici comuni soci di Belice Ambiente stanno già predisponendo ordinanze urgenti che di fatto escluderanno i lavoratori che in atto assolvono a tale servizio".


I consiglieri che hanno sottoscritto il documento sono: Pietro Marino (presidente del consiglio), Alessandro Norrito, Matteo Bommarito, Giovanni Iacono, Domenico Luppino, Salvatore Calafato, Francesco De Blasi, Gioacchino Emmola, Giacomo Mauro. 

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