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Venti cooperative fantasma mazaresi coinvolte in una maxi frode a Ferrara

MAZARA DEL VALLO. Ha un’appendice trapanese la frode nei servizi scoperta dalla guardia di finanza di Ferrara, nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla magistratura emiliana.Le Fiamme gialle ipotizzano che investivano i proventi della frode ai danni dello Stato nell'immobiliare. La Finanza di Ferrara ha eseguito due decreti di sequestro preventivo a carico di 13 persone accusate di aver messo in piedi una truffa fiscale e contributiva. Fra i beni sequestrati, per 8 milioni di euro, ci sono sono infatti strutture commerciali e immobili di pregio.


Tra questi, una villa (con 21 stanze e piscina) del valore di oltre 1 milione di euro e 15 auto, anche di lusso. Le indagini dei finanzieri hanno messo in luce una attività illecita gestita da due consorzi ferraresi, intorno ai quali ruotavano ben 20 cooperative, tutte con sede dichiarata a Mazara del Vallo. Coop che però non avevano la minima organizzazione d'impresa, ed erano amministrate da quelli che in realtà erano meri prestanome. A gestire infatti i ricchi appalti nel settore di facchinaggio, logistica e pulizie industriali, erano direttamente i consorzi, guidati da un ferrarese e quattro extracomunitari. Poi, per fare i servizi, i due consorzi usavano il personale formalmente dipendente dalle coop.


Un meccanismo studiato per realizzare la frode: i consorzi infatti fatturavano direttamente alla società committenti i servizi e neutralizzavanò l'Iva, a credito grazie alla fatturazione passiva delle coop associate. Dopo la galassia delle cooperative non ottemperava ad alcun adempimento fiscale, non versando nè imposte e nè contributi. Le coop quindi erano, di fatto, solo lo schermo usato per far ricadere su di esse il debito Iva, maturato sui consorzi, per generare grandi profitti che gli organizzatori destinavano successivamente ad investimenti immobiliari tra Ferrara, Modena e Rovigo. Uno degli indagati è un imprenditore di Mazara del Vallo, dove, appunto, avevano sedi le coop coinvolte.


«Le indagini - ci ha confermato il maggiore Tiziano La Grua, comandante del Nucleo di polizia tributaria di Ferrara - hanno escluso qualsiasi collegamento con la mafia ed infatti l’inchiesta è stata coordinata dalla Procura ordinaria». L’ufficiale ha puntualizzato che molte coop, «nonostante fossero ubicate a Mazara del Vallo, avevano la sede amministrativa a Ferrara». All’operazione ha collaborato la guardia di finanza del comando provinciale di Trapani, che da poche settimane è guidata dal colonnello Carlo Ragusa.

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