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Trapani, delitto parroco: l’indagato svela nuovo movente

TRAPANI. Colpo di scena alla vigilia della richiesta di rinvio a giudizio di Antonino Incandela, 33 anni di Ummari, reo confesso dell’omicidio di padre Michele Di Stefano, assassinato nello scorso febbraio: l’indagato, interrogato lunedì sera dai pm, ha svelato un nuovo movente.


Sul contenuto dell’interrogatorio non è trapelato null’altro. Tuttavia, l’esistenza di un nuovo movente è una novità assoluta: il giovane, finora, pur cadendo più volte in contraddizione, ha sempre sostenuto che voleva dare una «lezione» al sacerdote perchè si è sentito offeso dalle sue omelie.


La rivelazione giunge a poche ore dalla richiesta di giudizio che la Procura inoltrerà al giudice per le indagini preliminari. Oscuro anche il motivo di questa scelta. Se il movente c’è un movente diverso o aggiuntivo perchè l’indagato lo sta svelando solo adesso?
Incandela, assistito dall’avvocato Orazio Rapisarda, sembra intenzionato a chiedere il rito abbreviato.


Così facendo eviterà l’ergastolo. Il rito alternativo, infatti, prevede uno sconto di pena. Ma l’abbreviato si svolge davanti al gip, a porte chiuse, senza alcun dibattimento.  Quello che sta per cominciare, insomma, sarà un processo lampo. E veloci sono state anche le indagini condotte dai carabinieri del comando provinciale di Trapani. Intanto sul gruppo di facebook «Don Michele Di Stefano», tra i tanti messaggi «ci manchi!», c’è chi esterna malumore sia per lo sconto di pena che per la mancanza di un processo pubblico.

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