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Largo al Consorzio, i comuni insieme per il rilancio

I nuovi Enti prenderanno il posto delle Province e il presidente dell’associazione «Amici della terra» ha avanzato un’idea

TRAPANI. Consorziare tutti i Comuni a Nord della Provincia, da Castellammare a Trapani passando prima per tutti quelli della fascia costiera Nord e per finire con quelli dell'entroterra e che rientrano sempre nell'hinterland trapanese. E' la prima proposta di Consorzio fra Comuni, i nuovi soggetti che prenderanno il posto delle Province a partire dal prossimo anno. Ad avanzarla è Carlo Foderà, presidente del club "Amici della Terra" e che è arrivato a questa proposta rispettando i requisiti richiesti (minimo 150 mila abitanti), ma anche tenendo in considerazione la storia dei territori, da quella dell'Agroericino a quella delle valli Trapanesi. Il consorzio, pertanto, dovrebbe essere composto dai Comuni di Trapani, Erice, Castellammare, Valderice, Paceco, Custonaci, San Vito Favignana e Buseto, elencati per numero di abitanti i quali, sommati, giungerebbero a 152 mila.
Nel Consorzio, quindi, ricadrebbero il bacino marmifero di Custonaci, il secondo più grande d'Europa, che ricade, oltre che su Custonaci, anche su Castellammare; la Riserva dello Zingaro (fra San Vito e Castellammare); la Riserva Naturale delle Saline (fra Trapani e Paceco); la diga sul torrente Baiata che ha tutti i requisiti per diventare un possibile Parco territoriale ed il corso dello stesso torrente Baiata (fra Trapani e Paceco). "E poi - continua Foderà - c'è il porto di Trapani che, con il suo centro storico, diventerebbe la parte a valle di Monte Erice e l'interfaccia con l'arcipelago delle Isole Egadi". Buseto, invece, sarebbe il territorio a prevalente vocazione agricola, anche se la funzione rurale verrebbe, in parte, assolta anche dall'entroterra trapanese, pacecoto, ericino e valdericino.
Foderà, pertanto, sottolinea come "per far ciò è necessario che la nuova legge regionale preveda, tra l'altro, che i Liberi Consorzi Comunali siano dotati di un Ufficio di Piano, l'elaborazione della pianificazione strategica per l'elaborazione dei piani e programmi di interesse sovra comunale.
Resta il problema legato alla gestione, prevista in termini di volontariato per ridurre le spese della politica. "Bisogna, però, saper ragionare in prospettiva e considerare il funzionamento dei liberi Consorzi comunali un investimento produttivo che sappia organizzare i territori in modo da renderli competitivi in un mondo sempre più globalizzato" sottolinea Foderà per il quale un modo per finanziarli potrebbe essere quello di "rendere utilizzabili i fondi a noi destinati dall'Unione Europea dei quali utilizziamo non più del 10% e il restante 90%, paradossalmente, spesso, viene utilizzato dai nostri concorrenti".

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