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Mazara, com’è inutile il fermo biologico I pescatori: noi in pausa, Tunisi no

MAZARA. C'è il vento africano e la brezza di terra nel porto nuovo di Mazara. Vi sono attraccati o ancorati un centinaio di pescherecci d'altura sistemati in linee orizzontali e verticali, fino a raggiungere almeno cento metri dalla banchina. Vi sono almeno dieci pescherecci che si susseguono, uno a fianco dell'altro, è uno spettacolo di colori che si specchia nell'acqua dell'invaso troppo piccolo per contenere tutte queste navi da pesca.
Le cinque banchine, anche in queste giornate, sono un formicaio di automobili e di uomini che salgono e scendono dai pescherecci per controllare, per parlare con i loro capitani, poi si appartano con altri per parlare di mare e di affari, dei conti perennemente in rosso per un pescato che si riduce sempre più e del riposo biologico che registra, rispetto agli anni precedenti, opinioni controverse. E questo è un dato di confronto e di animate discussioni. Fino a poco tempo "il riposo" era il "benvenuto", da qualche anno armatori e marittimi pongono dei distinguo.
"Fatto come lo stiamo attuando secondo la legge nazionale e regionale serve a poco - dice il capitano del peschereccio Antonino Asaro - perché mentre noi siano fermi le marinerie tunisine, libiche, algerine e quant'altro, possono pescare in acque internazionali, cioè dove andiamo noi con i nostri pescherecci. E allora che riposo biologico è se l'intento è quello di fare una sosta per la riproduzione dei pesci?". Dello stesso parere Alberto De Santi della Coldiretti che sottolinea l'esigenza di una profonda revisione del riposo biologico e, principalmente, che scenda in campo l'unione europea per trovare un accordo anche con i paesi rivieraschi. Molto critico Tommaso Macaddino dell'Uil, il quale ritiene che "il fermo, per come è congegnato rappresenta un ristoro per armatori e marittimi perché a questo fermo non partecipano le marinerie del nord africa che in qualsiasi periodo dell'anno continuano a pescare". Tutti implorano un intervento dell'unione europea che stabilisca accordi ben precisi per mettere ordine e fare ritornare pescoso il mare Mediterraneo. Ogni marittimo che effettua il riposo biologico, che è obbligatorio, viene retribuito con la somma di 800 euro, mentre all'armatore sarà accreditata una cifra tra gli undicimila e i tredicimila euro, secondo alcuni parametri del peschereccio. Anche il calo dei consumi è notevole. Nel primo trimestre dell'anno in corso sono diminuiti del 16 per cento secondo un'analisi Coldiretti Impresa Pesca su dati Ismea ed ha visto aumentare del 6,3 per cento le famiglie che hanno rinunciato ad acquistare pesce fresco nonostante i prezzi al consumo siano rimasti pressoché stabili. A segnare un forte calo nei consumi - precisa la Coldiretti - è il pesce azzurro come le alici che calano del 12 per cento ma nel piatto degli italiani diminuiscono anche i calamari (-14 per cento) e le cozze e gli altri mitili (-12 per cento).  

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