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Peschereccio sequestrato, multa pagata e rientro a Mazara

PALERMO. Ha appena lasciato il porto di Sfax il motopesca mazarese «Pindaro», sequestrato lo scorso 20 agosto da una motovedetta tunisina ai limiti della zona di ripopolamento ittico denominata Mammellone. La società armatrice Magimo ha pagato l'ammenda di circa 16 mila euro stabilita dall'autorità di vigilanza marittima. A darne notizia è il presidente del Distretto produttivo della pesca, Giovanni Tumbiolo. In una lettera Rumbiolo ha manifestato apprezzamento al neo ambasciatore italiano a Tunisi, Raimondo De Cardona.
«Interpretiamo il rilascio del motopeschereccio "Pindaro" come un segnale di distensione dato alla marineria mazarese e alle autorità italiane. Sebbene sia stata pagata un'ammenda per la liberazione del natante, riteniamo che l'evoluzione in tempi rapidi di tutta la vicenda possa essere ben augurante per il futuro e siamo felici che le famiglie dei marittimi possano a breve abbracciare i loro cari». Lo ha dichiarato il Sindaco di Mazara del Vallo Nicola Cristaldi, subito dopo la liberazione del motopesca Pindaro, sequestrato dalle autorità tunisine.     «Resta in piedi - ha aggiunto - la necessità di istituire un tavolo tecnico fra il nostro Governo e le autorità tunisine per normalizzare i rapporti in materia di pesca nel Mediterraneo, da sottoporre eventualmente anche agli altri Paesi rivieraschi, per far si che il Mare Nostrum torni ad essere un mare prospero e di pace».

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