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Sgarbi-Falco, è polemica sulla gestione di Salemi

SALEMI. Prima lo scioglimento del Comune per infiltrazione mafiosa e giù polemiche a go-go. Adesso una nuova diatriba, sulla gestione amministrativa ritenuta «pessima». Vittorio Sgarbi, ex sindaco di Salemi, però, non ci sta e rimanda ogni addebito al mittente, nella fattispecie Leopoldo Falco, già commissario straordinario del Comune belicino, e di recente nominato prefetto di Trapani.


«A causa di una pessima gestione amministrativa - l’accusa di Falco, indirizzata all’ex primo cittadino - il Comune di Salemi era sull’orlo del dissesto». Sgarbi spendaccione? «Macché, è lui che ha le mani bucate»; la replica, in sintesi, del critico d’arte che passa subito al contrattacco. «Mi auguro - dice il professore - che tale Falco non eserciti le funzioni di prefetto di Trapani con la stessa miopia e menzogna con cui ha operato a Salemi». Ed ancora: «Incapace di comprendere, con i suoi evidenti limiti culturali, Falco ha ricondotto Salemi all’arretratezza e al sottosviluppo dei tempi inerti dei cugini salvo, rinnegando il documentatissimo processo di avanzamento culturale che aveva portato Salemi all’attenzione del mondo. Oggi Salemi è una città deserta e abbandonata».


Infine, l’affondo: «Falco a Salemi sarà ricordato per la chiusura del Museo del paesaggio, l’abbandono del Museo della mafia, ma soprattutto per il suo stipendio e i suoi rimborsi di circa 20 mila euro al mese, oltre che per la nomina di numerosi consulenti pagati 4 mila euro al mese. Tutte spese - sottolinea Vittorio Sgarbi - iscritte, fino ad oggi, al bilancio del Comune. Forse anche Falco voleva contribuire al presunto dissesto?». Il neo prefetto, contattato telefonicamente, non ha voluto replicare al professore Sgarbi. Intanto proprio ieri il Consiglio dei ministri ha prorogato per altri sei mesi il commissariamento del Comune. Si voterà quindi a primavera.

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