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Marsala, la Regione firma l’autorizzazione: si realizza l’impianto per i rifiuti

TRAPANI. Marsala avrà un nuovo, moderno ed efficiente impianto di compostaggio per la raccolta e la lavorazione dei rifiuti organici raccolti nel territorio dalla Aimeri. Sarà realizzato, in tempi strettissimi, nel territorio del Comune di Calatafimi-Segesta e va ad aggiungersi a quello della "Sicilfert" di contrada Chitarra, sulla statale 188 per Salemi, che in atto viene utilizzato dall'"ATO TP1 Terra dei Fenici" per il deposito dei rifiuti organici. Fatto quanto mai significativo è che il nuovo impianto sorgerà in un terreno confiscato alla mafia. La nascita del nuovo impianto di compostaggio è stata decisa dal Dipartimento Regionale dei Rifiuti che ha firmato l'autorizzazione finale, a conclusione dell'incontro tra l'assessore regionale Nicolò Marino, il sindaco di Marsala Giulia Adamo, quale presidente della Società per la Regolamentazione Rifiuti, e i liquidatori dell'Ato Tp1 "Terra dei Fenici" Antonio Provenzano e Francesco Tumbarello. Proprio ieri mattina il presidente dei liquidatori dell'Ato, Antonio Provenzano, ha sottoscritto il Patto di integrità previsto dal Protocollo di Legalità, definito il 23 maggio del 2011 tra l'assessorato regionale dell'Energia e dei servizi di Pubblica Utilità, il Ministero dell'Interno nonché le Prefetture dell'Isola e Confindustria Sicilia, inviandolo tempestivamente al Dipartimento regionale per i rifiuti al fine di accelerare l'iter burocratico passo essenziale e necessario alla materiale realizzazione del nuovo impianto. Questo è destinato a risolvere in via definitiva i problemi del conferimento dei rifiuti organici dell'intero territorio. Avrà, infatti, una capacità di 36.000 tonnellate annue a fronte di una esigenza, (secondo i dati consolidati del 2012), dell'Ambito Territoriale "Terra dei Fenici" di 25 mila tonnellate. Dal punto di vista tecnico sarà un impianto all'avanguardia nel rispetto di tutte le prescrizioni di legge che gradatamente e sempre più rigidamente sono intervenute negli anni a salvaguardia dell'ambiente e della salute dei cittadini. Fatto estremamente importante è che l'impianto venga realizzato in un terreno confiscato alla mafia nel rispetto della normativa in materia che richiede l'utilizzazione di queste strutture, case e terreni, destinate a servizi di pubblica utilità. Va ricordato che il Comune di Marsala ha ottenuto altri beni confiscati alla mafia, molti dei quali (specie abitazioni) vengono oggi utilizzati per le attività di cooperative che operano nel settore del volontariato fornendo servizi sociali.

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