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Isola di Mozia, vigneti blindati: i conigli ne hanno fatto scempio

Devastati 7 ettari su 10: impossibile abbatterli, il territorio fa parte della riserva dello Stagnone

MARSALA. Se, per un attimo, si mette da parte l'archeologia e a Mozia si parla di vigneti e vegetazione quelli che la fanno da padroni sono i conigli. Sembra talmente strano pensarlo, dirlo e, soprattutto, crederci, se non si venisse qui a vedere che danno hanno causato lo scorso anno. Perché l'isola che nel 1902 Giuseppe Whitaker acquistò scoprendone e valorizzandone l'antico vigneto, dallo scorso anno fa i conti con una colonia numerosissima di conigli. Proprio così: tanti, tantissimi che nessuno può cacciare, perché l'isola fa parte della Riserva protetta dello Stagnone e le doppiette non sono ammesse. Lo scorso anno, nella partita con l'uomo, hanno stravinto loro, sterminando quasi interamente i vigneti, mangiandone i germogli e lasciando spogli i tronchi ad alberello. Il 2012 per la Fondazione Whitaker è stata un'annata da dimenticare: è saltata la vendemmia per colpa dei conigli e si è dovuto mettere mano ad una soluzione riparatoria per non darla vinta all'intera colonia che abita sull'isola.
Cosa è successo lo scorso anno è ancora vivo nella mente di Pamela Toti, archeologa della Fondazione: «Eravamo impotenti nel vederli alla mattina presto oppure al tramonto mentre giravano tra i vigneti - racconta - sono arrivati pure a rosicare i tralci della bouganville qui vicino le case e a mangiare i germogli di rose proprio qui davanti al museo».
Per i turisti una sorpresa piacevole vederli in un'oasi incontaminata quale è Mozia, per i dipendenti della Fondazione un dramma. «Un danno simile si era verificato nel 2000 - racconta ancora la Toti - e la Provincia Regionale di Trapani autorizzò una battuta di caccia straordinaria che portò sull'isola un gruppo di cacciatori che decimarono la popolazione». A distanza di dodici anni, i conigli sono tornati a far danno. La popolazione si moltiplicata talmente che per nutrirsi ha preso d'assalto i vigneti. La Fondazione ha chiesto - senza ottenerlo - l'ok per una nuova battuta di caccia ma nel frattempo è corsa ai ripari per salvare i vigneti dai quali l'azienda Tasca d'Almerita produce, a bottiglie numerate, uno squisito Grillo. La soluzione? Recintare le zone a vigneto delle zone Fossa, delle anfore e del Tofet, quasi sette ettari in totale. E agli occhi dei turisti si presentano ora così i vigneti, «blindati» affinché i conigli non tornino a nutrirsi delle foglie, dei germogli e degli acini.
L'unico rimasto libero è quello di Cappiddazzu, lo storico vigneto dell'isola di quasi tre ettari che, in parte, i conigli non hanno attaccato. Il soprannome di Cappiddazzu si deve ad uno spaventapasseri con un grosso cappello che serviva a non far avvicinare le gazze all'uva. Cordelia Stella Georgette Edith Whitaker, meglio conosciuta come Delia, diceva, invece, che in quella zona vagasse un fantasma. Spaventapasseri o fantasma, sta di fatto che quel pezzo di vigneto solo in parte è rimasto salvo.
«A chi ci chiede incuriosito il perché di questa rete tutt'intorno ai vigneti - dice Salvatore Larice, marsalese e da quasi dieci anni dipendente della Fondazione sull'isola - spieghiamo che era l'unica soluzione per salvaguardare gli alberelli». I paletti in legno e la rete plastificata sono stati conficcati a trenta centimetri nel terreno ma, nonostante tutto, in alcuni punti sono visibili i tentativi d'ingresso da parte dei conigli, che hanno scavato nella terra. La rete è stata sistemata anche attorno ad alcuni tronchi di frutteto che sono stati attaccati. «In seguito al danno dello scorso anno abbiamo dovuto impiantare 5 mila nuove barbatelle - spiega Larice - ora dobbiamo aspettare la naturale crescita e produzione».
La stima per la vendemmia di quest'anno è di 50 quintali d'uva, a fronte dei 500 che a pieno regime venivano prodotti sull'isola sino a due anni addietro. Per tornare ai tempi d'oro bisognerà aspettare. Intanto sull'isola di Mozia la novità degli ultimi giorni l'ha data la natura, che per un gioco ciclico sembra davvero bizzarra. Da qualche settimana turisti e dipendenti della Fondazione Whitaker trovano conigli morti lungo i sentieri. Non pochi esemplari, decine. Il motivo? I conigli sono stati attaccati dalla mixomatosi, una malattia incurabile che potrebbe, in via del tutto naturale, decimare, se non azzerare, la colonia presente sull'isola. Stavolta gli animalisti non potranno dir nulla. In quest'isola incontaminata le regole sono dettate dalla natura stessa. E i dipendenti sull'isola della Fondazione Whitaker sperano che, da qui a qualche settimana, i conigli non siano più causa di annate da dimenticare. Come quella dello scorso anno: senza uva e senza più continuità con la storia di quel vigneto che, pare, già ai tempi dei Fenici regalasse dell'ottimo vino.

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