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Mazara, affondamento nave Thetis: chiesta condanna per il comandante della portacontainer

MARSALA. Per l'affondamento della nave oceanografica Thetis, che il 3 agosto 2007, al largo delle costa di Mazara del Vallo, provocò la morte, per annegamento, del 53enne scienziato russo Petr Mikheychik e 14 persone sopravvissute al naufragio, sei membri d'equipaggio e otto ricercatori, il pubblico ministero Giulia D'Alessandro ha chiesto la condanna a 13 anni di carcere per Salvatore Esposito, 54 anni, comandante della portacontainer «Msc Eleni» che speronò, facendola colare a picco, la nave del Cnr. I reati contestati ad Esposito, processato davanti il Tribunale di Marsala, sono naufragio, lesioni, omicidio colposo e omissione dolosa di soccorso. «Il comandante della Msc Eleni - ha detto il pm D'Alessandro - ha avuto consapevolezza dell'impatto, ma non ha prestato soccorso e ha sviato la Capitaneria di porto di Mazara del Vallo. Non gli si possono concedere neppure le attenuanti generiche». Ad Esposito si contesta anche l'alta velocità (20 nodi), l'aver cambiato la rotta prevista, avvicinandosi alla costa in una zona con parecchie imbarcazioni, e «l'omessa segnalazione sonora in presenza di visibilità ridotta». Quel giorno, infatti, c'era nebbia. Per omicidio colposo, nel processo è imputato anche Angelo Barca, 60 anni, comandante della nave affondata (Thetis). L'accusa gli contesta di «non aver manovrato in tempo per togliersi dalla rotta della Msc Eleni». Per Barca il pm ha chiesto la condanna a 7 anni di carcere. «Dopo averci investito - affermano alcuni dei ricercatori finiti in mare - la Msc Eleni non si è fermata e non ha prestato soccorso. Perchè? Cosa trasportava?». I ricercatori stavano effettuando studi utili alla gestione, all'incremento e alla modellizzazione delle fluttuazioni delle risorse biologiche al fine di comprendere le influenze dei fenomeni oceanografici sull'ecologia delle specie ittiche.

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