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Incidente con tre morti nel 2006 Concorso di colpa, risarcimenti record

TRAPANI. L’automobile che trasportava cinque testimoni di Geova invase la carreggiata opposta e ci fu un tremendo scontro con un’altra macchina: ora il giudice ha diviso a metà, fra i due conducenti, le responsabilità di quel gravissimo incidente, che, il 25 marzo del 2006, provocò tre morti e cinque feriti, tre dei quali ancor oggi portano su di sé le conseguenze di quanto accadde. Sbagliarono entrambi, dunque: l’uomo che guidava la Ford Escort, Salvatore Caito, morto nello schianto assieme a due suoi passeggeri, imboccò la corsia contromano, mentre l’avvocato Giampiero Cortese, che guidava l’altra auto, una Peugeot 407, andava troppo veloce, a 120 all’ora, in un tratto della A19, all’altezza dello svincolo di Caltanissetta, in cui, causa lavori, c’era la corsia unica e il limite era di 40. Pagheranno le assicurazioni, e pagheranno salato: Cortese, rimasto anche lui gravemente ferito, riceverà 594 mila euro, 135 mila dei quali sono già stati pagati e verranno detratti; ma saranno risarciti anche i tre figli di Caito e di Antonina La Rosa, la moglie, pure lei spirata nell’incidente. E visto che entrambi i genitori sono defunti, le somme per due degli
eredi sono di 412 mila euro e per il terzo figlio di 444 mila euro. Anche in questo caso verranno detratte le somme già pagate. Risarcimenti anche per gli eredi di Melchiorra Bellina, la terza vittima, che aveva 78 anni: verranno pagati i fratelli e in questo caso i risarcimenti sono inferiori. Somme elevate anche per gli altri passeggeri rimasti feriti: Ester B., che ha riportato ferite e conseguenze gravi, 406 mila euro, Gianfranco B., cinquemila euro circa; e infine il fratello e la cognata di Cortese, che viaggiavano sulla Peugeot assieme all’avvocato, riceveranno complessivamente 35 mila euro. Il principio seguito dal giudice del tribunale di Trapani, Ivana Vassallo (competente perché erano originari di quella provincia i Caito), è stato quello della ripartizione delle responsabilità fra i due conducenti e di conseguenza tra le rispettive assicurazioni, la Fata e la Milano. Non è stato semplice, per l’avvocato Giuseppe Greco, che ha assistito i familiari dell’automobilista scomparso, riuscire a dimostrare che il 62enne conducente della Escort non fosse l’unico responsabile del sinistro. Ci sono voluti perizie e accertamenti tecnici complessi e alla fine è stato confermato che se la Peugeot fosse andata alla velocità imposta dai limiti previsti in quel tratto a corsia unica, l’impatto mortale si sarebbe potuto evitare. Lo scontro fu frontale, al km 103,3 dell’autostrada per Catania: i Caito, la Bellina e gli altri due passeggeri erano diretti a Caltanissetta, dove c’era un raduno dei testimoni di Geova. A poche centinaia di metri dallo svincolo, l’errore fatale e l’imbocco della corsia sbagliata. Inutili i tentativi di prestare soccorso ad Antonina La Rosa: sopravvissuta allo schianto, morì in ospedale poco dopo.

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