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Trapani, cinque case occupate abusivamente

Gli «inquilini fuorilegge» dovranno lasciare gli alloggi entro quindici giorni dalla notifica del provvedimento. Possibili i ricorsi

TRAPANI. Avere una casa propria è il sogno di tutti. Alcuni, però, decidono di realizzarlo in modo illegale, occupando abusivamente quegli appartamenti che sono stati costruiti, nel corso degli anni, dall’Istituto Autonomo Case Popolari. E così, poi, quando il legittimo assegnatario prova a prenderne possesso, si trova impossibilitato perché la porta di casa è «sbarrata». Per ristabilire l’ordine, allora, non resta altro che rivolgersi all’Iacp il quale, poi, a cascata, chiede l’intervento del Comune. Ed a Palazzo D’Alì adesso hanno avviato le procedure di diffida al rilascio delle case occupate abusivamente. Sono cinque le diffide proposte dal responsabile del quarto settore «Servizi alla Persona» del Comune e, poi, avallate dal dirigente.
Gli alloggi di edilizia residenziale pubblica dati per disponibili dall’Iacp ed occupati indebitamente da soggetti non aventi alcun titolo sono numerosi, così come si legge nella determina. «Questa situazione, pertanto, non consente di procedere all’assegnazione degli alloggi agli aventi diritto utilmente collocati nell’apposita graduatoria, i quali si vedono ledere il diritto acquisito all’ottenimento delle abitazioni» si specifica nell’atto.
A Palazzo D’Alì hanno ritenuto di dover intervenire dopo che l’Iacp ha comunicato l’occupazione abusiva degli appartamenti e, così, hanno diffidato gli attuali abitanti dell’immobile al rilascio bonario ed immediato dell’alloggio indebitamente occupato. A tutte le cinque famiglie, pertanto, sono stati concessi quindici giorni, dalla data di notifica della diffida al rilascio, per andare via dall’appartamento.
A far osservare la disposizione dovranno essere gli agenti della polizia municipale. In ogni caso, però, l’amministrazione non abbandona al proprio destino chi lascerà l’appartamento. A tutti, infatti, viene concessa la possibilità di rivolgersi ai Servizi sociali per qualsiasi forma di sostegno prevista dalle normative vigenti.
Le cinque famiglie, infine, hanno la possibilità di opporsi. Due le strade a loro disposizione. La prima è quella di presentare ricorso al Tribunale amministrativo regionale entro il termine di sessanta giorni. La seconda è quella di rivolgersi direttamente al presidente della Regione. Ed in questo caso i tempi a loro disposizione sono centoventi giorni.

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