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Alcamo avrà un «rifugio per cani», sorgerà in un’area tolta alla mafia

La Regione ha assicurato che finanzierà il sessanta per cento della spesa complessiva di 97 mila euro per l’opera

TRAPANI. Realizzare un rifugio sanitario per cani in contrada Tre Noci, con accesso dalla via Monsignor Tommaso Papa, in un'area confiscata alla mafia.
È l'obiettivo della giunta municipale di Alcamo che ha approvato, modificando una precedente delibera del 26 aprile, il progetto esecutivo.
«In base alle disponibilità economiche — si legge nella più recente delibera — è necessario ridimensionare il precedente progetto approvato il 26 aprile e per il quale era stata stabilita, infatti, una spesa di 171 mila 224,90 euro prevedendo la realizzazione di cinque strutture prefabbricate per il ricovero dei cani. Il nuovo progetto prevede, invece, quattro strutture prefabbricate».
«A breve la gara d'appalto — annuncia l'assessore comunale all'Ambiente, Massimo Fundarò —. La Regione ha assicurato che finanzierà il 60 per cento della spesa complessiva di 97 mila euro».
Sabato scorso in piazza Ciullo si è tenuta la quarta edizione della Giornata dell'adozione del cane, organizzata dal settore comunale Promozione economica e Servizi ambientali in collaborazione con la Lega nazionale per la difesa del cane. Un'analoga iniziativa si era avuta a marzo con l'associazione DirittoAnimale.
«Il servizio antirandagismo - afferma Massimo Fundarò - è funzionante 24 ore su 24 anche nei giorni festivi. Siamo uno dei Comuni all'avanguardia in Sicilia. A dirlo sono i dati dal 2010 ad oggi: 729 cani accalappiati, 306 sterilizzati , 192 adottati da privati cittadini, 155 cani reimmessi in libertà».
Lo stesso Fundarò, però, conferma: «Il Comune di Alcamo, intanto, dovrà continuare a spendere oltre 200 mila euro annuali in favore del canile "Mister Dog" di Rocca di Neto in Calabria, per la custodia e il mantenimento dei cani randagi prelevati nel 2006 dal canile abusivo del pensionato alcamese Giacomo Milazzo in contrada Sasi».
E aggiunge: «Da Alcamo, tuttora, lì a Rocca di Neto vengono inviati i cani considerati più pericolosi. In tutto sono quindi oltre trecento».
Il progetto esecutivo per realizzare il rifugio a Tre Noci è stato redatto dall'ingegnere capo Enza Anna Parrino, dall'istruttore amministrativo Ester Colombo e dai tecnici comunali geometri Nunzio Bastone e Gaetano Cusumano, e architetto Francesco Milazzo, dipendenti del settore Servizi tecnici, e dall'ingegner Francesco Candela.
«L'obiettivo — dichiara Fundarò — è realizzare un rifugio sanitario non come luogo di raccolta e detenzione dei cani, ma come un centro che funga da polo di servizi sanitari di cinofilia rivolti alla cittadinanza, favorendo l'adozione, organizzando progetti educativi e anche assistenziali».

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