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Provincia di Trapani, bocciato il rendiconto finanziario

TRAPANI. «Il documento manca di chiarezza». E il consiglio provinciale boccia il rendiconto dell'esercizio finanziario 2012. Una bocciatura corredata da alcune importanti considerazioni delle quali il commissario ad acta che sarà inviato dalla Regione non potrà non tenere conto.
Tredici i consiglieri provinciali che hanno votato contro (Edoardo Alagna, Anna Maria Angileri, Matteo Angileri, Silvano Bonanno, Santo Corrente, Franco Cucchiara, Salvatore Daidone, Peppe Ortisi, Ignazio Passalacqua, Peppe Peraino, Antonio Reina e Giacomo Sucameli), 5 gli astenuti (il presidente Peppe Poma, Peppe Angileri, Franco Brignone, Enzo Domingo e Giuseppe Giammarinaro). Non ha convinto l'Aula un nuovo intervento del presidente dei Revisori dei Conti, Salvatore Fodale, che, a nome dell’intero Collegio, dichiarando di avere ricevuto le opportune delucidazioni in merito, ha affermato che doveva considerarsi sciolta la riserva precedentemente formulata sulle discordanze dei dati relativi ai crediti/debiti tra Provincia e società partecipate forniti dall'Ente e dagli organi amministrativi delle stesse società.
In sede di dibattito o di dichiarazione di voto, il presidente della Commissione Finanze, Giuseppe Giammarinaro, ha definito «adulterato» il rendiconto che, per Peppe Ortisi (Sel) «dice cose diverse dalla realtà», mentre per Giuseppe Siragusa (Pdl - poi assente al momento del voto -), «lo scioglimento verbale della riserva» operato dai Revisori avrebbe costituito «la conferma che il loro parere non era favorevole». Matteo Angileri (Alleanza per la Provincia), dicendo che è «allucinante il fatto che si sia passati da un bilancio di 45 milioni di euro a luglio 2012 allo sforamento, in pochi mesi, del patto di stabilità per oltre 9 milioni», si è chiesto «come può fare un Ente senza soldi ad assicurare i servizi istituzionali?» ed ha, quindi, espresso preoccupazione per il futuro dell'aeroporto e della società di gestione Airgest di cui la Provincia è socio di maggioranza. Sugli «aspetti tecnici e politici di dubbia chiarezza» ha insistito in particolare il capogruppo del Pd, Salvatore Daidone, che ha letto una lunga e articolata argomentazione scritta e che, annunciando il voto negativo del suo partito, ha anche ribadito la richiesta di trasmissione alla Corte dei Conti dei verbali delle sedute consiliari di ieri e di giovedì scorso, rilevando che «non è casuale» che il Ministero dell'Interno abbia nominato una commissione prefettizia per indagare sulla gestione amministrativa dell'Ente. Il capogruppo del Mir (Moderati in Rivoluzione), Giacomo Sucameli, infine, ha motivato il voto contrario al rendiconto proprio «per tutto quello che è emerso durante il dibattito».
Teoricamente alla mancata approvazione del documento finanziario dovrebbe fare seguito lo scioglimento del consiglio. Ma a prescindere dal fatto che la motivazione della bocciatura potrebbe sospendere questo provvedimento, mancano ormai una ventina di giorni alla decadenza del consiglio stesso.

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