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Castelvetrano, autorizzata vendita negli spacci delle industrie locali

Il sindaco ha emanato una direttiva che consentirà alle ditte di poter effettuare attività di commercializzazione

CASTELVETRANO. Anche la vendita diretta delle aziende che fanno parte dell’area artigiana di Castelvetrano.Il sindaco ha emanato una direttiva che consentirà alle ditte che producono all’interno dell’area Pip, di poter effettuare attività di commercializzazione, limitatamente ai prodotti fabbricati in proprio dalla ditta titolare. L’iniziativa, che potrebbe diventare una preziosa boccata d’ossigeno in tempi di criticità nasce dalla valutazione effettuata all’interno di un apposita conferenza di servizio, alla presenza del sindaco, del segretario Generale, del dirigente del III Settore Giuseppe Taddeo, e dalla sigle sindacali, dove si è discusso sulle attività commerciali nel piano per insediamenti produttivi artigianali.In detta occasione si è convenuto sulla opportunità di potere consentire lo svolgimento di attività commerciale nella zona PIP, a seguito delle richieste che pervengono dagli insediati nell’area artigianale che sono state valutate meritevoli di considerazione. Nella fattispecie le imprese si trovano a dover ricorrere a spese ingenti per la distribuzione e la commercializzazione delle merci che con sempre maggiore difficoltà sperano di continuare a produrre, a fronte di pagamenti verso i fornitori. Filippo Giacalone componente del Consorzio Cosvipa che raccoglie 42 aziende nella zona:«Per il periodo che siamo vivendo ci rendiamo conto che si sta facendo il possibile per il miglioramento dell’area, sicuri come siamo che tutto è sempre migliorabile».
«Quest’altra apertura alla commercializzazione - continua Giovanni Infranca - è un fatto positivo.Quello che dovrebbe migliorare è la sinergia tra le imprese del nostro comparto». I due commercianti concludono: «Dobbiamo volare in alto, dobbiamo essere noi stessi protagonisti del nostro futuro commerciale e non delegare sempre agli altri.Ben vengano iniziative in tal senso». «Queste considerazioni ci hanno indotto a contribuire alla riduzione del tetto dei costi a cui vanno incontro, iniziando appunto dalla commercializzazione e distribuzione di quanto producono - ha detto il Sindaco - la filiera corta, uno dei migliori antidoti che la scienza economico-finanziaria al momento è in grado di indicare».
Nelle prossime settimane, quindi, gli artigiani della zona potranno porre in esposizione e libera vendita il proprio prodotto, senza necessariamente affidare a terzi la commercializzazione degli stessi. Viene soltanto posto un limite preciso alle destinazioni, all’interno degli opifici, di tipo residenziale e comunque ritenuto non pertinente all’attività artigianale: si vuole certamente evitare di trasformare spazi produttivi in ambienti residenziali o soltanto commerciali che non avrebbero riferimento alcuno con gli scopi che si vogliono perseguire. A tal fine, regolamentando appositamente i piani commerciali, si è introdotto appunto nelle zone D, comprese le zone D2 di tipo artigianale, la possibilità di riservare il 40 % delle superfici ad attività commerciale.

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