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Truffe auto usate, in 12 alla sbarra a Marsala

Secondo l'accusa, sarebbero state realizzate "mediante la stipula di contratti di vendita di auto di grossa cilindrata che non erano mai state nella disponibilità della concessionaria"

MARSALA. E' iniziato a Marsala il processo a dodici persone coinvolte in un'indagine dei carabinieri su una serie di truffe nella compravendita di auto di grossa cilindrata sull'asse Italia-Germania. L'inchiesta, a fine luglio 2007, era sfociata nell'emissione di otto misure cautelari. Due furono le persone arrestate: i gemelli Giovanni e Giorgio Arena, di 38 anni, originari di Palermo ma residenti a Marsala, dove gestivano di fatto la "Autoelite srl". L'obbligo di dimora fu, invece, disposto per Pietro Giuseppe Centonze, di 38 anni, pregiudicato e sorvegliato speciale, cugino del capo mafia di Marsala Natale Bonafede. Dell'organizzazione avrebbero fatto parte anche altre cinque persone, per le quali il Gip dispose misure cautelari alternative.

Il divieto di dimora a Marsala fu ordinato per Elena Ventura,di 62 anni, palermitana, madre dei fratelli Arena e amministratore dell'Autoelite, mentre l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria fu ordinato per i marsalesi Domenico Crimi, di 31 anni, Giuliano Balsamo, di 60, Gianvito Marino, di 37, e Saverio Fici, di 42, tutti dipendenti dell'Autoelite.

Imputati sono anche quattro titolari di agenzie di pratiche automobilistiche accusati di falso: Anna Concetta Pinto, di 42 anni, Piero Genna, di 41, Girolamo Stassi, di 52, e Giuseppe Patrik Basile, di 38. Quest'ultimo ex consigliere comunale dei Verdi a Marsala.

Le truffe, secondo l'accusa, sarebbero state realizzate "mediante la stipula di contratti di vendita di auto di grossa cilindrata che non erano mai state nella effettiva disponibilità della concessionaria, auto vendute sulla carta e mai consegnate; o di vendita di auto ricevute in permuta o in conto vendita, prive sia dei documenti di circolazione che di proprietà, ma accompagnata dal rilascio di documento provvisorio di circolazione attestante falsamente la presenza presso l'agenzia di disbrigo pratiche automobilistiche dei documenti originali". Venticinque le vittime individuate. Solo sei, però, si sono costituite parte civile. Il giro d'affari è stato valutato in oltre un milione di euro.

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