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Negozi e bar aperti nei festivi, esercenti divisi

Sì dagli esercenti di via Torrearsa dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato il ricorso presentato dalla Regione in merito al decreto "Salva Italia" del governo Monti, non vi sarà più bisogno di alcuna autorizzazione

TRAPANI. Turisti in giro per la città alla ricerca di un bar aperto dove poter consumare un pranzo veloce prima di proseguire il loro giro o, ancora, alla ricerca di un disco pub dove poter trascorrere una serata in compagnia di sana musica.
È quanto accaduto negli ultimi giorni festivi in città, domenica e giovedì, la festa della Liberazione. Giornate che, invece, potevano essere utilizzate in modo diverso dai negozianti i quali potevano tenere aperte le loro attività commerciali dando ossigeno alle loro entrate, per il momento sempre più contratte rispetto al passato. Fino ad ora per le aperture nei giorni festivi era necessaria la deroga da parte del sindaco, ma dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato il ricorso presentato dalla Regione in merito al decreto "Salva Italia" del governo Monti, non vi sarà più bisogno di alcuna autorizzazione. Il governo regionale aveva provato a fermare la valanga delle liberalizzazioni impugnando anche l'autonomia della competenza legislativa in materia di commercio, ma la Consulta ha ritenuto "non fondate" le richieste giunte da Palermo. Le liberalizzazioni, quindi, trovano favorevoli diversi commercianti, fra cui quelli di via Torrearsa, anche se i precedenti, quando il sindaco emanava l'ordinanza attraverso la quale veniva concessa la possibilità ai negozianti di aprire le proprie attività nei giorni festivi, non sono proprio incoraggianti. In occasione dell'approdo delle navi da crociera nelle giornate di domenica, infatti, spesso da Palazzo D'Alì, su indicazione delle associazioni di categoria, è stata concessa la possibilità ai commercianti di alzare le saracinesche e di accogliere, con i negozi aperti, i turisti. Ma, alla fine, sono stati sempre pochi coloro che hanno accolto l'invito e, fra quelli che aprivano le attività, in molti serpeggiava il malumore per una domenica diversa da quella programmata come giorno di riposo settimanale. 

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