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Le statue di Cristo e della Madonna restano fuori dalla chiesa a Castelvetrano

Dopo il rito dell’Aurora i sumulacri trovano il portone chiuso. E scoppia la polemica

CASTELVETRANO. Le statue del Cristo Risorto della Madonna e dell’Angelo alla fine della processione dell’Aurora che si celebra nella tanto attesa domenica di Pasqua, sono rimaste dietro il portone chiuso della Chiesa Madre tra il disappunto di molti fedeli abituati a vedere le tre statue materialmente presenti durante la messa pasquale. Questo fatto ha ingenerato varie supposizioni, tra le quali quella del diniego dello stesso arciprete Don Leo De Simone, che come si sa è più propenso a spendersi per valori del cristianesimo piuttosto che per le tradizioni folkloriche.
Francesco Calcara, storico, molto vicino alla Chiesa dice la sua a proposito dell’epilogo della stessa Aurora: ”Queste manifestazioni non dobbiamo esorcizzarle, ma incanalarle verso il significato cristiano, cercando di coniugare il sentimento popolare, che si è manifestato secondo una tradizione consolidata e l’esigenza di scoprire un cristianesimo più autentico. Siccome, “lo spirito”, soffia dove vuole bisogna creare ponti e non scavare trincee. Capisco le intenzioni positive dell’arciprete, ma questi gesti eclatanti non servono se non sono precedute da un dialogo costruttivo con le confraternite e i comitati organizzatori”.
Giovanni Modica, esperto delle tradizioni castelvetranesi e funzioni religiose gli fa eco: ”Da sempre tradizione e fede hanno convissuto, visto che anche i predecessori dell’attuale arciprete Don Pino Biondo e Don Marco Renda si erano incanalati verso il consolidato storico della tradizione”. Di certo è che lo stesso arciprete vorrebbe vedere più fedeli durante le messe domenicali piuttosto che processioni con migliaia di fedeli del “Venerdi Santo” o pseudo tali e poche persone nella stessa serata nella stessa chiesa. Tempo fa a proposito del rito dell’Aurora Don Leo De Simone (che non è stato possibile raggiungere telefonicamente) aveva detto al Giornale: ”per me quello che importa è che le gente recuperi la fede e affolli la chiesa. Solo il cristianesimo ha le chiavi per potere aprire una nuova porta culturale. Anche a Castelvetrano la scristianizzazione è palpabile. Ho paura degli “atei devoti”, gente che non mette mai un piede in chiesa e crede che il cristianesimo consista esclusivamente nelle tradizioni folkloriche. C’è necessità, invece - aveva concluso Don Leo -, di valori evangelici molto importanti, come ha sottolineato il vescovo nel piano pastorale diocesano”.

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