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Attentato al «Melograno» a Castelvetrani: c’è la pista dei tombaroli

La zona dove si trova l’azienda è di importante rilevanza archeologica

CASTELVETRANO. Tanti giovani castelvetranesi pronti a «mettere le braccia», per fa ripartire l’azienda “Il melograno” di Enzo Italia oggetto di un atto intimidatorio dei giorni scorsi ed intanto spunta la pista dei tombaroli. Un gesto di grande solidarietà, un segnale assolutamente positivo, dice lo stesso giovane imprenditore che fa ben sperare. Vincenzo Italia afferma:«Ho ricevuto tantissimi attestati di solidarietà, non ultimo quello del sindaco Felice Errante che ha voluto stanziare 2.000 euro per l’acquisto di materiale agricolo per far ripartire l’impianto di irrigazione. Quello che mi ha veramente colpito,-continua Enzo Italia- la voglia dei giovani e miei coetanei di dare una sterzata al passato , giovani che desiderano partecipare alla “ ricostruzione” non solo di una coltivazione, ma di uno spirito sociale nuovo che credono e vogliono la propria terra protagonista del proprio futuro». Un messaggio forte dunque che arriva da uno dei massimi esponenti di I Love Legalità che sarà ospite nei prossimi giorni in un convegno, che si svolgerà nell’aula del Liceo Classico, dove porterà la sua triste testimonianza e nello stesso tempo la sua ferma convinzione che bisogna percorre il solco della legalità per sconfiggere la mafia. Intanto gli inquirenti continuano ad indagare sulla matrice dell’atto intimidatorio. Sono stati sentiti a lungo alcuni dipendenti dell’Azienda «Terre in Fiore», che comprende anche “Il melograno”.
Oltre 600 gli alberi tagliati, acquistati in Israele, che sarebbero andati in produzione quest’anno, il cui frutto era pronto per essere esportato. Intanto l’imprenditore danneggiato si sofferma su alcuni particolari del vile gesto perpetrato nella zona Bresciana a pochi passi dalle prime villette di Triscina.«Si tratta di numeri. Ho notato -dice Enzo Italia- che sono stati tagliati e ammassati uno sull’altro trenta alberelli, due soli sono stati sradicati dal terreno, solo due alberi di ulivo sono stati presi di mira per essere bruciati, il danneggiamento è avvenuto in due giorni, sono due i pali divelti dal terreno». Qualcuno ha voluto dare un segnale preciso di lettura attraverso i numeri e la sequenza dell’azione criminosa?. Un interrogativo al quale non sa dare una risposta lo stesso imprenditore ma che continua a venirgli nella mente questo particolare, soprattutto l’aver trovato ammassati i trenta alberi di melograno uno sull’altro. Una zona, quella dove si trova l’impianto, che spesso è stata oggetto di scavi clandestini e che si trova a pochi passi del famoso «Timpone nero», conosciuto come necropoli selinuntina , oggetto di veri saccheggi, da parte dei tombaroli, nel corso dei decenni e proprio ai tombaroli la presenza di gente nella zona non fa loro comodo.

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