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Emergenza lavoro in provincia, protesta di "Trapani Servizi" e "Ims"

Per 92 lavoratori che prestano servizio di pulizia all’interno dell’Asp diminuzione dello stipendio

TRAPANI. Dichiarato lo stato di agitazione dei 92 lavoratori che prestano servizi di pulizia all'interno delle strutture dell'Azienda sanitaria provinciale per conto di una ditta privata, la Ims di Catania. Lo stato di agitazione è stato dichiarato dal sindacato autonomo Usae al termine di una riunione con i vertici dell'azienda privata. In pratica ai lavoratori interessati ed all'organizzazione è stata prospettata la decisione già presa dalla stessa azienda e che si concretizzerà quasi certamente dal primo marzo. Di fatto, per gli addetti alle pulizie, -secondo quanto dichiara anche lo stesso rappresentante sindacale presente alla riunione, Marcello Signorello- verrà diminuito lo stipendio per un importo pari a circa 7 ore mensili.

«Ma il colmo è - dice il sindacalista- che, in base a quanto deciso dalla ditta i lavoratori in quell'arco orario lavorativo dovranno sviluppare la stessa mole di lavoro che veniva fatta precedentemente e cioè con uguale numero di locali da pulire che erano stati già assegnati». Il sindacato ed i diretti interessati, però, non ci stanno. L'Usae ha quindi chiesto un incontro con l’Asp. Per quanto riguarda la Trapani Servizi Il prefetto convocherà il sindaco Vito Damiano ed i vertici della società che si occupa del servizio dei rifiuti, per conoscere la reale situazione economica della società, i motivi che impediscono il puntuale pagamento degli stipendi ai dipendenti e l'eventuale intervento da mettere in atto.

E' questo l'esito di un incontro che una delegazione di lavoratori assieme ai sindacalisti dell'Usae, Enzo Catalano, Marcello Signorello e Salvatore Bosco hanno avuto con il vice prefetto. La delegazione ha messo in evidenza in particolare la preoccupazione che tale ritardo nel pagamento dello stipendio possa diventare ormai un fatto cronico. Intanto, per quanto riguarda l'elargizione delle spettanze, molti dei lavoratori, dopo aver ricevuto l'altro ieri l'assegno dell'acconto di 500 euro, si ritengono contenti, ma gabbati. «La banca dove si appoggia la società- dice al riguardo Bosco (che è anche dipendente della società)- non ha potuto scambiare tutta questa mole di assegni e, di conseguenza chi è andato a versarlo sul proprio conto corrente bancario, rimane di fatto a mani vuote perché potrà materialmente disporre dei soldi tra lunedì e martedì».  

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