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Campobello, irrigazione più cara: monta la protesta degli agricoltori

Il presidente Luppino: stanno arrivando migliaia di avvisi di pagamento in tutto il comprensorio di Castelvetrano

CAMPOBELLO. Costi per l’acqua ad uso irriguo non più sostenibili per un settore in crisi, quello dell’agricoltura, che rischia il tracollo. La denuncia arriva dalla sezione di Campobello di Mazara della Confederazione italiana agricoltori. Sotto accusa l’aumento del 30% del costo di irrigazione per l’anno 2011 che dovranno sopportare gli agricoltori oramai quasi pronti all’arresa. «In questi giorni - spiega il presidente Dino Luppino - stanno per essere notificati per la seconda volta agli agricoltori del comprensorio di Castelvetrano, migliaia di avvisi di pagamento supplementare, a consuntivo per la campagna d’irrigazione dell’anno 2011, per un importo pari a 0,04 euro per metro cubo di acqua. Se a questo sommiamo il costo già sostenuto nella fase di prenotazione, cioè 0,15 euro, facendo i conti all’agricoltore un metro cubo di acqua costerà 0,19 centesimi». Un costo oneroso e non più sostenibile, denunciano dalla Cia, visto che anche il settore accusa una crisi per i costi di produzione sempre più crescenti e, dall’altro, una difficoltà del mercato per i prodotti. «In termini pratici - dice ancora Luppino - un’azienda con 10 ettari di oliveto o vigneto, oggi si troverebbe a pagare in più 600 euro per la campagna di irrigazione di due anni addietro». A questo costo bisognerà aggiungere anche il caro gasolio (stimato in un 40% in più) e non solo. La Cia denuncia, infatti, anche gli aumenti di imposte e tasse a carico degli agricoltori tra cui l’Imu sui terreni e fabbricati rurali, «con incrementi di tassazione in alcuni casi - dice Luppino - fino a valori assurdi del 500%, ma dovremo fare i conti anche con le intenzioni manifestate dal Governo di rivedere gli indennizzi di disoccupazione in agricoltura e la maggiorazione dei redditi agrari e domenicali del 15%». Il futuro, dunque, non è roseo. Ecco perché la Cia non condivide il rimpallo di responsabilità tra la Regione che aveva sospeso l’aumento e la costituzione di un gruppo di lavoro regionale per le tariffe irrigue e il consorzio di bonifica «Agrigento 3». Questo preoccupa il comparto che chiede ora un confronto aperto con le istituzioni affinché si affronti la problematica per la risoluzione del problema e non si assista al tracollo del comparto vitale per tutto il comprensorio belicino. 

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