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Pantelleria, la cantina di Mannino in piena attività dopo l’attentato

Il 28 dicembre un operaio ritornando al lavoro dopo le feste di Natale ha trovato tutti i silos svuotati

PANTELLERIA. Calogero Mannino ricomincia dalla zappa. Nonostante quello che gli è successo ha ripreso con più voglia di prima. Nei terreni dell'azienda Abraxas di sua proprietà a Pantelleria ha ripreso a coltivare le viti di uva zibibbo mettendo al bando i diserbanti. Lo incontriamo in località Mueggen mentre in mezzo alle piante segue personalmente il lavoro di una squadra di contadini. Dopo il passaggio del trattore tra i filari, gli uomini con la zappa puliscono le viti dell'erba attorno al tronco. A un centinaio di metri di distanza, in località Randazzo, sorge la cantina dove il 28 di dicembre scorso un operaio ritornando al lavoro dopo le feste di Natale ha trovato tutti i silos svuotati. In mezzo ai campi erano finiti 350 ettolitri di vino pregiato: tutte le annate di passito del 2010 e 2011, la vendemmia del 2012, il vino bianco e una cisterna di giorno rosso.

Ignoti avevano fatto un buco sotto le fondamenta della cantina approfittando di uno scavo eseguito per realizzare un nuovo locale, erano entrati nel seminterrato e avevano aperto i rubinetti dei silos. Gente che sicuramente sapeva qual è la disposizione dei locali della cantina. Le indagini dei carabinieri sono in corso e su di esse è mantenuto il massimo riserbo. Poteva essere un colpo mortale per la sua azienda, ma l'ormai quasi ex onorevole Calogero Mannino (il suo mandato scade il 24 febbraio e non si è ripresentato) ha tutta la voglia di non abbandonare e ricomincia dai campi e dalla zappa. "E' un atto di fede nella vita - dice Calogero Mannino -. Non mi sono mai lasciato travolgere dai pericoli, dai rischi, dalle minacce e di conseguenza anche dalle disavventure, compresa quella giudiziaria. E' accaduto quello che molti conoscono, abbiamo cioè subito un aggressione violenta in cantina, lo sfondamento di un muro, l'apertura di tutte le vasche e la perdita di un enorme quantitativo di prodotto".

Nel bilancio dell'Abraxas, come perdita secca, ci sono ora seicentomila euro. "Ma io non mi arrendo - continua Mannino -. L'azienda perde quella che è una base di riferimento per le anticipazioni bancarie, quindi, per la sua vita quotidiana". Una ripresa con la messa al bando della chimica. "Noi avevamo già deciso - dice Mannino - in ragione di alcuni problemi delicati, che si vanno ponendo e che io voglio evidenziare,soltanto perché a Pantelleria si determini un movimento di consapevolezza maggiore. Gli abusi della chimica, gli abusi di diserbante hanno tante implicazioni negative, anche sulla salute degli uomini che lavorano nella vigna. Hanno effetti negativi addirittura sul prodotto.

La produzione agricola di Pantelleria deve dare un prodotto d'eccellenza, un bene di grande qualità. Tutte le aziende che lavorano nell'isola hanno questa filosofia, questo concetto. Tutti dobbiamo fare degli sforzi che devono commisurarsi con il costo economico per garantire che questa qualità sia accompagnata, anzi sia sostenuta, dalla sanità delle uve. Nessuna ideologia, nessuna sentenza assoluta, ma la chimica bisogna ridurla e bisogna ridurla partendo proprio dalla coltivazione". Inizia una vita nuova per l'Abraxas.

"Noi quest'anno - conclude Mannino - in tutte le vigne, a differenza degli altri anni in cui avevamo usato un criterio di turnazione, il "diserbo" lo stiamo facendo con la zappa operata dagli uomini. E' un atto di fiducia della nostra azienda, è un atto d'amore per Pantelleria, un piccolo, umile esempio e un richiamo a tutti gli altri produttori. Dobbiamo difendere insieme Pantelleria, questo patrimonio rilevante della vite, dobbiamo difenderne il prodotto e questa qualità eccezionale. Ed è anche bello farlo in questo momento così difficile per noi. Lo ripeto è un atto di fede e di amore per l'isola di Pantelleria".

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