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Punto nascita a Pantelleria, il caso finisce in Procura

L’esposto deciso dopo una affollata assemblea pubblica. La struttura chiusa perché non garantiva i 500 parti all’anno

TRAPANI. A Pantelleria è «vietato» nascere da un mese per la chiusura del punto nascite dell’ospedale e scoppia la protesta durante un’assemblea tenutasi sull’isola alla quale hanno partecipato centinai di cittadini. Un esposto alla Procura della Repubblica di Marsala per chiedere di indagare se la circolare dell'ASP di Trapani a firma del responsabile del servizio di Maternità infantile, dottor Giovanni Bavetta, presenti gli estremi per interruzione del servizio pubblico visto che di fatto ha chiuso il punto nascite di Pantelleria. La farà il comitato Pro Salute di Pantelleria. All’assemblea sono intervenuti, oltre al Presidente del Comitato Caterina Giglio, il Commissario straordinario Giuseppe Piazza, il Presidente del consiglio Giuseppe Spata e l'avvocato Vittorio Fiasconaro. Il Comitato chiederà, poi con una petizione all'Assessore alla salute della Regione Siciliana, Lucia Borsellino di modificare il decreto del precedente assessore Massimo Russo che prevedeva la scomparsa del punto nascite di Pantelleria perché non raggiungeva le 500 nascite all'anno. Un decreto già impugnato dal Comune di Lipari che ha ottenuto la sospensiva da parte del TAR. «Un decreto - è stato spiegato dall'avvocato Vittorio Fiasconaro - che va in contrasto con il Piano Sanitario Regionale che non prevedeva la chiusura del punto nascite di Pantelleria. Un piano per altro stilato proprio da Lucia Borsellino nella sua veste allora di dirigente dell'Assessorato alla salute». Durante la discussione sono saltati fuori fatti di una certa gravità come la gestione del consultorio dell'isola che ha in servizio una sola ostetrica e dove il medico da quando, nel 2008, è andato in pensione non è stato più sostituito malgrado l'ASP riceverebbe dalla Regione un contributo che sarebbe standard per tutti i consultori. «La "spending rewiew" non può essere fondata su meri e algidi parametri economico - ragionieristici, ma bisogna guardare alla realtà del territorio e alle sue caratteristiche peculiari», afferma il sottosegretario di Stato alla salute Adelfio Elio Cardinale. «Il problema dei piccoli ospedali - specie in Sicilia - rappresenta ad avviso del prof. Cardinale il «tallone sanguinante» del Sistema sanitario nazionale. «I diritti dell'uomo e dei cittadini deboli e infermi - afferma Cardinale - restano prioritari. Il risanamento del Servizio sanitario nazionale non può essere condotto facendo scadere la qualità dell'assistenza, ma colpendo sprechi e illegalità».

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