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«L’antenna minaccia la scuola»: a Castelvetrano Comune vince ricorso contro la Wind

Il Cga ribalta la sentenza del Tar che aveva dato ragione alla compagnia. L’ufficio tecnico: tutelato il diritto alla salute

CASTELVETRANO. “Quell’antenna non s’ha da montare”. Il comune vince la battaglia legale sulla Wind e come commenta adesso la sentenza il dirigente dell’Ufficio tecnico del comune l’ingegnere Giuseppe Taddeo: ”non sempre i giganti hanno il sopravvento”. Carte bollate, ricorso al Tar vinto dalla compagnia telefonica e adesso la sentenza del GGA, che da ragione all’ente di Castelvetrano che si era opposto con tutte le sue forze e difendendo a “spada tratta“ il diritto alla salute anche degli studenti della vicina scuola media “ Enrico Medi”. Il colosso della telefonia aveva chiesto nel maggio del 2011 al comune l’autorizzazione ad installare un impianto di telefonia mobile su un fabbricato di via Giallonghi, allegando tra la documentazione una copia delle analisi di impatto elettromagnetico dell’Arpa ai fini del rilascio del parere. Tra i documenti prodotti anche il certificato di agibilità dell’immobile che non poteva essere in possesso della Società, essendo stato rilasciato dal comune solo in data successiva alla richiesta e precisamente il 21.12.2011.
Nonostante tutto il Tar nel settembre del 2012 accoglieva la domanda della Wind condannando il comune di Castelvetrano, che aveva archiviato la richiesta anche al pagamento delle spese legali. Il Comune precisa il dirigente dell’Ufficio Tecnico l’ingegnere Giuseppe Taddeo: ”ha eccepito che la documentazione fornita non risultava corrispondente allo stato dei fatti, nonostante il parere positivo dell’Arpa, che invece di essere di supporto tecnico alle amministrazioni comunali, spesso si manifesta tale solo sulla carta”. Adesso è arrivata la sentenza del CGA, che da pienamente ragione al comune e ai suoi organi tecnici, in quanto la Wind aveva presentato la relazione di conformità elettromagnetica su un’area e su edificio diverso da quello individuato sul progetto architettonico. Pertanto, conclude l’ingegnere Taddeo- siamo molto soddisfatti perché l’organo di giustizia si è reso conto che a meno di trecento metri c’erano un edificio scolastico, uffici pubblici e che l’impianto sarebbe sorto su una pubblica via ad alta densità di traffico. L’appello ha dato pienamente ragione al comune e ciò nel preminente interesse alla tutela del bene giuridico della salute, così come costituzionalmente garantito”.  

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