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Pantelleria e il punto nascite chiuso: alla protesta si unisce pure il vescovo

Monsignor Mogavero da Mazara offre l’adesione alla petizione che intende restituire comfort alle future mamme

PANTELLERIA. «Aderisco con convinzione al manifesto in difesa del punto nascite di Pantelleria perché l'isola non può essere trattata come fosse un agglomerato urbano qualsiasi». Con queste parole monsignor Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo ha sottoscritto la petizione on line per rimettere il punto nascite presso l'ospedale Nagar di Pantelleria, promosso dai giornalisti Italo Cucci, residente nell'isola ormai da alcuni anni, e Salvatore Gabriele. «Le peculiarità di Pantelleria - scrive il vescovo Mogavero - esigono l'adozione in essa di parametri idonei a salvaguardare la vita, la dignità e i diritti delle persone. Se i governi nazionale e regionale non comprendono ciò, la politica ha perduto il suo ruolo e la sua funzione. Ma non si può arrivare a tanto e in ogni caso non si può permettere un simile scacco a danno di una scelta di civiltà, costi quel che costi». Il punto nascite era stato soppresso nell'isola con una circolare dell'Asp di Trapani lo scorso 22 novembre. Prendendo spunto dal fatto che la direttiva nazionale prevede che in un punto nascite ci devono essere almeno 500 parti all'anno, con la circolare si è data disposizione ai medici di trasferire le gestanti sulla terraferma a partire dalla 32esima settimana. Nell'ultimo mese sono una decina le donne trasferite a Trapani, alcune di esse con l'elisoccorso con una spesa notevole per le casse della Regione. «A noi ci è costato 3.000 euro - ci dice un padre la cui moglie è stata costretta ad andare a partorire nel capoluogo -. Abbiamo dovuto attendere in albergo, con spese, quindi di vitto ed alloggio a nostro carico che arrivasse il giorno del parto». Sono tante le adesioni. Molte sono di donne. «È la cronaca di una morte annunciata - scrive Adele Pineda -. Le istituzioni si sono dimostrate sorde e non hanno tenuto in debita considerazione la problematica». «Sono indignato ed esterrefatto - scrive Michele Valenza, in arte Cossyro, artista pantesco di fama internazionale che vive a Roma -. I nostri politici con la scusa del periodo difficile fanno i tagli con l'accetta non sanno che cosa significa nascere e vivere in un'isola, alcuni di loro si degnano di visitarci solo d'estate e ignorano i veri problemi del periodo invernale». 

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